Cammino: Servono strumenti efficaci per utilizzo sicuro web
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 mag. - "I social network, che piaccia o no, costituiscono una forma di socializzazione che si è affiancata, quando non li ha patologicamente sostituiti, ai tradizionali strumenti con cui si allacciavano e si intrattenevano rapporti interpersonali. Ciò porta evidentemente, alla conclusione che la violenza che arriva attraverso il computer, raggiungendo il bambino all'ora in cui è nella propria stanza a giocare con gli amichetti, può essere anche pìù subdola e pericolosa di quella cui può essere esposto a scuola, in palestra, per strada o tra la gente".
Ad affermarlo sono i Giudici della Terza Sezione Penale della Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso di un cinquantenne campano che lamentava una violazione di legge per il mancato riconoscimento della circostanza attenuante fondata sulla minore gravità di atti sessuali virtuali con persona di età inferiore ad anni dieci, in relazione all'assenza di contatto fisico tra il reo e la vittima.
"I Giudici della Suprema Corte - afferma l'avvocato Anna Di Loreto, vicepresidente e responsabile settore penale della Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni (CamMiNo)". I magistrati, dopo aver evidenziato che, "per quanto invasiva della propria sfera sessuale, per la vittima sia fisicamente meno devastante la soggezione ad una violenza virtuale che reale", hanno sottolineato che "ciò vale esclusivamente sul piano fisico".
Come sottolinea il legale, i magistrati della Corte di Cassazione lo spiegano chiaramente nella sentenza. "Se come detto - indicano i Giudici - la violenza o gli atti sessuali con minorenni virtuali producono evidentemente meno danni da un punto di vista strettamente fisico, non può giungersi ad analoga conclusione per quanto riguarda i danni della psiche della parte lesa, soprattutto nei casi di minore età".
"Le nuove tecnologie sono strumenti essenziali per la crescita delle persone di età minore. Ma sono anche una sfida a una genitorialitß matura e consapevole". Così l'avvocato Maria Giovanna Ruo, presidente nazionale di CamMiNo.
"Nuove sfide educative che presuppongono la consapevolezza delle enormi potenzialità positive ma anche negative degli strumenti telematici nel cui utilizzo i ragazzi vanno guidati, sostenuti, accompagnati. Cammino- conclude l'avvocato Ruo - é impegnata da anni della rivisitazione del diritto dovere di educazione anche in tale prospettiva con la promozione su tutto il territorio di eventi formativi dedicati ad addetti ai lavori e alla società civile".
(Wel/ Dire)