Rapporto Save the children sullo stato delle mamme nel mondo
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 mag. - L'Italia si posiziona al dodicesimo posto nella classifica dei paesi dove madri e bambini vivono meglio, scendendo di un gradino rispetto all'anno precedente, per una lieve flessione nella partecipazione delle donne al governo nazionale (30,1 per cento dei posti in parlamento nel 2015, contro il 30,6 del 2014) e degli anni dedicati allo studio e scolarizzazione (16 anni di formazione scolastica nel 2015 a fronte di 16,3 nel 2014). Lo dice il rapporto di Save the children "Lo Stato delle madri del mondo", che contiene una classifica del benessere materno infantile in 179 paesi. Il rapporto sottolinea, inoltre, che nel nostro paese il tasso di mortalita' materna e' di 1 donna ogni 17.100, mentre il tasso di mortalita' infantile e' di 3,6 ogni 1000 nati vivi.
All'interno dello studio anche un focus sul gap e le disparita' che riguardano anche citta' e paesi sviluppati: come Washington dove un bambino che vive nelle zone piu' povere corre un rischio 10 volte maggiore di morire entro il primo anno, di un bambino benestante. Save the children sottolinea che sgnificativi "svantaggi nella sopravvivenza" si registrano anche in citta' insospettabili come Vienna e Berna.
"Anche quest'anno i paesi nord europei guidano la classifica dell'indice delle madri. 8 dei 10 paesi in fondo all'Indice sono quasi tutti minati da crisi umanitarie, instabilita', conflitti e debole capacita' di governo e le condizioni di vita per madri e bambini sono difficilissime. Violenze e guerre portano purtroppo sempre con se' carenza di cibo e malnutrizione e possono causare il collasso anche di solidi sistemi sanitari, come drammaticamente stiamo vedendo in Siria. Oppure possono essere gravi emergenze sanitarie e catastrofi a compromettere le condizioni di bambini e madri, come nel caso del virus Ebola o del recente e devastante terremoto in Nepal", sottolinea Valerio Neri, direttore generale Save the Children Italia.
Guardando ai paesi nel loro insieme, in Somalia 1 bambino su 7 non arriva a compiere 5 anni e 1 donna su 18 muore per cause legate alla gravidanza o al parto, una ogni 20 in Niger. In Italia il rischio di mortalita' materna e' di 1 donna ogni 17.100. In Angola e Sierra Leone 1 bambino su 6 muore prima dei 5 anni. In Islanda 1 bambino su 476. In media un bambino in Niger riceve meno di 5 anni e mezzo di educazione formale, 4 anni in Eritrea. In Somalia solo 2,2 anni di scuola. In Australia e Nuova Zelanda, un bambino in media permane a scuola per piu' di 19 anni. In Italia 16. In Micronesia, Qatar, Tonga e Vanuatu non c'e' neanche una parlamentare donna seduta in Parlamento. In Kuwait e Isole Solomon ce ne e' solo una. Per contro in Bolivia e Ruanda oltre la meta' dei seggi parlamentari sono occupati da donne.
Nel rapporto si segnalano anche casi incoraggianti: Egitto e Filippine per esempio sono stati in grado di ridurre i tassi di mortalita' infantile e anche il gap di sopravvivenza fra i bambini piu' poveri e ricchi delle citta', grazie a un rafforzamento dei sistemi sanitari e alla gratuita' di tali servizi per le famiglie piu' povere.
(Wel/ Dire)