A Roma con Fimp e Cri assiste bimbi in centri dove sono i migranti
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 lug. - Medici Pediatri. Da lustri, da generazioni, punto di riferimento di mamme e papà, nel far crescere in salute, i propri figli. Ma oggi molto di più! Nelle vie, nelle piazze delle nostre città, a prendersi cura di una moltitudine di esseri umani, in fuga per mille ragioni dalla loro terra, ammassati per le strade, in attesa di qualcosa o qualcuno che li aiuti a giungere a destinazione.
Migranti. Rifugiati o no, ma sempre persone in difficoltà. Con a seguito il carico dei pochi loro pochi averi ... e spesso con ciò che più hanno di prezioso: i loro figli, il loro futuro.
"Non potevamo assistere inermi allo spettacolo di donne, giovani e bambini che dormivano per strada: noi, medici e pediatri prima di tutto, sentivamo il bisogno e l'insita vocazione a fare subito qualcosa", afferma Paolo Calafiore, presidente nazionale dell'associazione 'Pediatria per l'Emergenza ONLUS', che spiega: "Compito di una società civile ed evoluta come la nostra è quello di assicurare gli stessi standard di assistenza alla popolazione anche in situazioni di calamità, ancor di più se si tratta di popolazione infantile. La nostra associazione, medici infermieri e logisti volontari di Protezione Civile, nasce sotto questa imprescindibile premessa. Il nostro cammino origina dall'esperienza di soccorso ai terremotati in Abruzzo nel 2009, quando abbiamo assicurato l'assistenza pediatrica sia nel Pronto Soccorso dell'Ospedale da Campo, che nelle postazioni allestite nelle principali tendopoli. Oggi siamo presenti in molte regioni italiane- fa sapere il medico- con nuclei operativi, coordinati da un Consiglio direttivo nazionale. Ci occupiamo di diffondere quella cultura dell'emergenza spesso messa in secondo piano dai piani formativi accademici e di rendere immediatamente disponibili alle istituzioni, medici pediatri ed infermieri pediatrici, per situazioni di crisi in Italia ed all'estero".
Anche a Roma, l'associazione 'Pediatria per l'Emergenza ONLUS', si prende cura dei minori presenti nei centri che accolgono i migranti, sulla base di un protocollo nazionale d'intesa in vigore con la Croce Rossa Italiana (Cri).
Calafiore continua: "Organizzarsi è stato un attimo: è prerogativa di chi lavora nell'emergenza. Presi contatti con la Croce Rossa Italiana, che ha allestito una tendopoli per i migranti e che gestisce un Camper sanitario che porta soccorso nelle zone di Roma che più lo richiedono; stipulati accordi di collaborazione con le numerose associazioni che occupano di assistenza ai minori presenti; eccoci oggi, Medici Pediatri che, ultimato il lavoro negli Ospedali o nei propri ambulatori, dedicano tempo ed energie residue a chi ne ha assolutamente bisogno. Preziosissimo, in questa fase, il contributo dei Pediatri di Famiglia, indispensabile risorsa presente capillarmente su tutto il territorio italiano. La Federazione Italiana Medici Pediatri di Roma e Provincia (Fimp), già nostra partner nell'organizzazione di numerosi incontri formativi, ha immediatamente voluto assicurare il proprio contributo ed è oggi attivamente al nostro fianco".
Anche i Pediatri di famiglia quindi in prima linea in questa situazione di emergenza cittadina. "Fin dal primo momento, da quando la chiusura delle frontiere di alcuni paesi europei ha comportato un brusco aumento dei migranti presenti nella nostra città, abbiamo fatto del nostro meglio per portare loro soccorso- racconta Teresa Rongai, segretaria romana della Fimp- organizzati in turnazioni, fin dalla scorsa settimana siamo presenti là dove ce n'è più bisogno. Anche questa, per la città, è una calamità e noi medici pediatri da anni abbiamo preso coscienza che anche questo è un compito che la nostra professione ci impone. Tutto ciò grazie all'associazione 'Pediatria per l'Emergenza ONLUS' che, dall'epoca del terremoto in Abruzzo, diffonde anche tra noi medici del territorio la cultura della grande emergenza. Quando emerge improvvisa l'esigenza di assicurare la dovuta assistenza alle fasce più deboli della nostra società, il pediatra di famiglia lo trovi ovunque. Fu così a L'Aquila nel 2009. Fu così ancor prima a S.Giuliano nel Molise nel 2002, quando i primi soccorsi ai terremotati furono assicurati dal medico pediatra del paese, che poi vide la figlia tra le vittime. Aver potuto partecipare- conclude Rongai- nei mesi e negli anni scorsi ai corsi di formazione organizzati da Pediatria per l'Emergenza ONLUS, ci ha fornito la necessaria sicurezza e gli strumenti pratici per estrinsecare la nostra grande disponibilità".
(Wel/ Dire)