Concilia due diritti: anonimato parto e conoscenza delle origini
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 giu. - "Una legge equilibrata che ritengo centri il difficile obiettivo di conciliare da un lato il diritto all'anonimato del parto e dall'altro il diritto del figlio non riconosciuto alla nascita dalla madre a poter conoscere la sua origine". Così Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera, commenta l'approvazione da parte della Camera della legge sull'accesso all'identità biologica: "E' una legge in qualche modo obbligata dopo la sentenza della Corte costituzionale del 2013 che ha censurato l'irrevocabilità dell'anonimato e analoghe pronunce della Cedu in sede europea, e tuttavia- spiega l'esponente del Pd- non era per nulla facile intervenire su una materia così sensibile, dove in gioco sono sentimenti e scelte dolorose che rischiano a distanza di tempo di esplodere in traumi drammatici".
La legge, che in pratica disciplina il 'diritto di interpello' a favore del figlio per verificare se la madre intenda mantenere l'anonimato, "viene dunque a colmare un vuoto- sottolinea Ferranti- seguendo il principio del contemperamento di due diritti fondamentali, quello della madre biologica di scegliere di mantenere la segretezza e quello del figlio di sapere chi lo ha generato. E comunque- conclude- anche nel caso in cui la donna confermi di non voler essere nominata, viene garantito l'accesso alle informazioni sanitarie che spesso sono indispensabili per la cura di malattie ereditarie. Un risultato non scontato, che abbiamo raggiunto grazie alla sensibilità e alla responsabilità di tutte le forze politiche".
(Wel/ Dire)