(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 giu. - "Un bambino/adolescente su 4 riesce ad accedere alle cure ambulatoriali e alla riabilitazione, 1 su 3 non riesce ad essere ricoverato per mancanza di letti, 1 su 5 viene ricoverato in reparti psichiatrici per adulti, in aumento del 16% gli inserimenti in comunità terapeutiche, stabile la prescrizione di psicofarmaci, tra le più basse in Europa". Questi i "principali dati sulla salute mentale e la disabilità che emergono dai Rapporti di monitoraggio sull'attuazione della Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza nel nostro Paese, giunto alla sua ottava edizione". Scrive in una nota la Società italiana di neuropsichiatria infantile (Sinpia).
"I disturbi neuropsichici dell'età evolutiva sono tra i disturbi più diffusi nell'infanzia ma, purtroppo, ancora troppo poco considerati. Colpiscono 1 bambino/adolescente ogni 5, con disturbi molto diversi tra loro- scrive la Sinpia in un comunicato- che vanno dall'autismo all'epilessia, dalla depressione al disturbo del linguaggio, dalla dislessia alla disabilità intellettiva, dalle paralisi cerebrali infantili alle sindromi genetiche rare, dalle malattie neurodegenerative a quelle neuromuscolari e molte altre. Benché nella maggior parte delle situazioni un trattamento precoce e tempestivo possa modificare la prognosi, meno di 1 bambino/adolescente su 4 riesce ad accedere alle cure ed alla riabilitazione di cui ha necessità nell'ambito dei servizi pubblici di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza: si stima che non siano più di 600.000 gli utenti a fronte di una popolazione complessiva sofferente di circa 3,6 milioni unità".
Negli ultimi 10 anni, "il numero dei pazienti seguiti dai servizi di neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza è quasi raddoppiato (+5% nuove richieste all'anno dal 2004 ad oggi), mentre il numero degli operatori continua a diminuire (-10%). Il risultato è che ogni utente riceve sempre meno interventi- precisa- e le famiglie devono ricorrere sempre di più al privato, con costi rilevanti che in tempi di crisi economica sono sempre meno in grado di sostenere".
Il Rapporto, secondo Antonella Costantino, presidente della Sinpia, "conferma quanto già diciamo da tempo: l'Italia ha buoni modelli, normative e linee di indirizzo, ma assai poco applicate e con ampie disuguaglianze inter-regionali. Lo stanziamento di risorse da parte delle Regioni continua ad essere insufficiente per garantire alle Asl e ai Servizi di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (NPIA) di diffondere e consolidare la necessaria rete di strutture territoriali, semiresidenziali, residenziali e di ricovero, che in alcuni ambiti appare addirittura in significativa diminuzione.
Continuano ad esservi Regioni in cui mancano gli stessi servizi territoriali e/o il personale è gravemente insufficiente e/o non sono previste tutte le figure multidisciplinari necessarie per i percorsi terapeutici".
Bernardo dalla Bernardina, past president Sinpia, continua: "Particolarmente critica è la situazione relativa ai posti letto di ricovero. Oggi ci sono in Italia solo 325 posti letto di neuropsichiatria infantile, contro più di 5.000 di area pediatrica e altrettanti della psichiatria degli adulti. Otto regioni sono completamente sprovviste di posti letto e solo un terzo dei ricoveri ordinari riesce ad avvenire in reparto di neuropsichiatria infantile, mentre gli altri avvengono in reparti non adatti, compresi quelli psichiatrici per adulti. Il Regolamento degli Standard Ospedalieri, appena pubblicato, prevede che possa esservi un reparto di NPIA ogni 2-4 milioni di abitanti, che in alcune regioni porterebbe al dimezzamento delle strutture complesse e del numero di posti letto esistenti, con un grave peggioramento della situazione soprattutto per gli adolescenti con acuzie psichiatrica".
In aumento "appaiono anche gli inserimenti in strutture residenziali terapeutiche, che spesso avvengono lontano dalla residenza dei ragazzi a causa della carenza di strutture, con lunghe attese e difficoltà nel reinserimento nel proprio territorio. Dal 2011 al 2013- conclude la Sinpia- l'aumento è stato di più del 10% all'anno. Le criticità esistenti nelle possibilità di risposta dei servizi territoriali e di ricovero e la carenza di strutture diurne rischiano di rendere l'inserimento residenziale l'unica soluzione percorribile".
(Wel/ Dire)