(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 12 giu. - "La vera sfida per un reale miglioramento si gioca spesso al di fuori delle mura dell'ospedale, consentendo una demedicalizzazione dei bambini con autismo": e' questo il punto di partenza e principio fondante del progetto Aita onlus e del suo Summer Camp, che anche quest'anno apre le sue porte a bambini e adolescenti con autismo insieme a "normotipici", per promuovere la piena integrazione. E a parlare di de medicalizzazione e' proprio un medico, Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile presso l'ospedale pediatrico Bambino Gesu'.
"Questo concetto- ci spiega- e' a me tanto caro che ho dedicato un capitolo del mio libro 'Un autistico in famiglia' (ed. Mondadori) proprio alle attivita' sportive e sociali". Attivita' che saranno proposte, anche quest'anno, ai ragazzi che prenderanno parte ai Summer camp in sette citta' italiane: Roma, Catania, Milano, Bari, Siracusa, Napoli e Sciacca. Da domenica scorsa e fino al 13 giugno e' possibile sostenere questa esperienza di integrazione estiva e non solo, attraverso un sms solidale (al numero 45501. Per la diffondere l'iniziativa, sta passando in questi giorni sulle rete Mediaset uno spot video dedicato proprio ai Summer camp.
Ma cosa sono i Summer camp? E in che contesto nascono? "Si tratta di un progetto ludico-ricreativo - spiega Mazzone - che tuttavia parte da evidenze scientifiche presenti in letteratura. Infatti, le ultime stime di prevalenza indicano che 1 bambino ogni 68 nati vivi, possiede una forma di autismo. La patologia colpisce principalmente il sesso maschile con un rapporto di 4:1 rispetto alle femmine. Il nucleo patologico principale interessa la sfera socio-emotiva, causando delle atipie nello sviluppo e nella comprensione degli schemi e delle relazioni sociali.
L'autismo e' un'emergenza sanitaria mondiale e ha un notevole impatto sia sui familiari sia sui contesti sociali, rendendo le persone affette da tale patologia fortemente disabili".
- In tale contesto, una terapia adeguata e' certamente indispensabile, ma tanto puo' fare anche una forma sana e adatta di socialita', come quella offerta dall'attivita' sportiva: ne e' convinto Mazzone, che per questo ha ideato, insieme ai suoi colleghi, e all'associazione, "un progetto che mira ad offrire, attraverso lo sport, un contesto naturale di apprendimento sociale. In termini pratici, i bambini partecipanti, insieme ai loro coetanei non disabili, partecipano alle attivita' sportive offerte dalle strutture ospitanti". L'organizzazione e il metodo di queste attivita' si basano sul "modello d'integrazione Aita", che prevede un affiancamento di tutor psicologi e pedagogisti con un rapporto di 1 a 1 o 1 a2, a seconda delle necessita' individuali. Naturalmente, fondamentali sono le collaborazioni sportive che il progetto puo' vantare, come quella con la Fondazione Milan onlus. Recentemente, tra l'altro, il Cip (Comitato italiano paralimpico) ha riconosciuto Progetto Aita onlus come associazione degna di nota per il lavoro svolto nella diffusione della pratica sportiva tra le persone disabili in Italia.
"Il riscontro ottenuto da parte delle famiglie - riferisce Mazzone - e' molto positivo in termini di miglioramento nella qualita' della vita e il numero dei bambini inseriti e' cresciuto a dismisura di anno in anno". Cosi' il progetto, nato a Catania, si e' di anno in anno esteso ad altre sedi: "Quest'anno avremo ottanta bambini inseriti a Catania 46 a Roma, 15 rispettivamente a Bari, Napoli, Siracusa e Milano e 8 a Sciacca". I Summer camp apriranno il 15 giugno e chiuderanno il 31 luglio. " Le attivita' sportive e ricreative che i bambini svolgeranno saranno in relazione alla sede del camp - spiega Mazzona - ma in nessun centro in Italia mancheranno piscina e un ventaglio di scelte tra diversi sport tra cui calcio, tennis, atletica, arrampicata, scherma, rugby e tanto altro".
(Wel/ Dire)