MINORI. Ipertensione, ne soffrono 4 bambini su 100
Sip: problema sottostimato, pressione in bimbi poco misurata
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 giu. - "L'ipertensione è una delle patologie più frequenti nella seconda infanzia e nell'adolescenza, ma il problema è sottostimato per la scarsa diffusione dell'abitudine di misurare la pressione a bambini e ragazzi". Ne è convinta la Sip (Società italiana di pediatria), che attraverso il suo Gruppo di studio per l'Ipertensione arteriosa ha condotto un'indagine su un campione di 8.300 bambini delle scuole elementari di Monza e di diversi centri della Brianza, dalla quale è emerso che "il 4% della popolazione pediatrica presenta valori elevati di pressione arteriosa e che la prevalenza di ipertensione risulta molto più alta nei soggetti in eccesso di peso. Il dato è confermato anche in analoghi screening condotti a livello internazionale".
Un bambino iperteso, spiega Giovanni Corsello, presidente Sip, molto probabilmente "sarà un adulto iperteso, quindi a rischio di patologie cardiovascolari, che oggi rappresentano la prima causa di morte e di spesa sanitaria nei Paesi occidentali. È per questo che la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento dell'ipertensione dovrebbero iniziare in età pediatrica, superando il preconcetto che l'età evolutiva sia esente da questa patologia. Misurazioni sistematiche della pressione durante la visita pediatrica, ma anche nelle scuole, possono evidenziare un numero non trascurabile di bambini con valori elevati e consentire un intervento precoce".
Ma è proprio sul fronte del trattamento che arrivano alcune novità sull'ipertensione e i bambini. Al 71° Congresso italiano di pediatria, che si terrà a Roma dal 4 al 6 giugno, sarà infatti presentato l'aggiornamento delle raccomandazioni congiunte della Società italiana di pediatria e della Società italiana della ipertensione arteriosa. "La principale novità riguarda la relazione tra zuccheri semplici, acido urico e valori pressori- spiega Marco Giussani, segretario del Gruppo di studio di ipertensione della Sip- Gli zuccheri, e specificamente il fruttosio particolarmente contenuto nelle bevande zuccherate, aumentano la concentrazione di acido urico nel sangue, fattore che nei bambini è associato a un maggior rischio di ipertensione. La relazione tra alti valori di acido urico (anche se ancora compresi nell'intervallo considerato normale) e pressione arteriosa è stata infatti dimostrata anche nel bambino in uno studio recentemente pubblicato da un gruppo di ricercatori italiani sulla prestigiosa rivista 'Pediatrics'".
Oltre alla limitazione degli zuccheri, i cardini delle raccomandazioni Sip per la prevenzione e il trattamento della ipertensione arteriosa nell'infanzia rimangono quelli "di agire sull'eccesso di peso, aumentare l'attività fisica e ridurre il sale nella dieta.
La prevenzione andrebbe rivolta a tutti, ma alcuni bambini sono a maggior rischio- sottolinea la società- quelli con eccesso di peso, i nati piccoli per l'età gestazionale, chi ha una familiarità per l'ipertensione e i bambini con elevati valori di pressione non confermati in successive rilevazioni. Il trattamento farmacologico non è quasi mai necessario".
Rimane infine cruciale l'aspetto della 'transizione', cioè il passaggio dell'adolescente iperteso dal pediatra al medico dell'adulto. "In questo campo c'è molto lavoro da fare, sia sul versante pediatrico che su quello dei medici dell'adulto. È necessario allora aprire dei canali di dialogo e di condivisione delle competenze- conclude la Società italiana di pediatria- a vantaggio dei bambini di oggi, che saranno gli adulti e gli anziani di domani".
(Wel/ Dire)
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