(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 30 gen. - Milano come Bahia, Brasile: anche nel capoluogo lombardo, da settembre, nelle zone a piu' alta densita' di stranieri (2 e 8) si trovano educatori di strada che lavorano per emancipare i nostri "meninos de rua". Il progetto nasce con la Casa dell'ArtEducazione, nella scuola media di via Pontano 43, che sara' la sede di questo nuovo modo di fare educazione attraverso l'arte.
L'intera durata del progetto e' di tre anni e fino alla fine del 2015 e' stato finanziato con 80 mila euro dalla Fondazione Cariplo (la meta' circa del budget complessivo chiesto). A dar vita alla Casa dell'ArtEducazione sono cinque realta': Associazione ForMattArt, Comune di Milano - Assessorato all'Educazione, cooperativa sociale "Tempo per l'Infanzia", progetto Axe' Italia Onlus, Scuola secondaria Rinaldi e Universita' di Torino - Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione. Axe' ha la sede principale a Bahia, Brasile, ed e' la realta' che ha ispirato il progetto: "Ovviamente lo renderemo milanese, affrontando le differenze che esistono dai due contesti. Qui i ragazzi dobbiamo andarli a prendere a casa, o in altri posti chiusi", spiega il presidente di Axe' (che significa "energia vitale") Cesare de Florio La Rocca, ex coordinatore Unicef che da 48 anni vive in Brasile.
Alla Casa dell'ArtEducazione gli operatori stimano di poter portare circa un centinaio di ragazzi dagli 11 ai 18 anni. In questi primi quattro mesi di vita gia' in 50 l'hanno frequentata. Finora sono stati invece 250 gli educatori da tutta Italia arrivati a Milano per frequentare le tre giornate di formazione organizzate da Axe'. Il metodo e' semplice: utilizzare danza, arti visive, musica, teatro per sviluppare "etica ed estetica" dei ragazzi, e portarli lontano dai pericoli della strada. E sviluppando i sogni dei ragazzi: si chiama "pedagogia del desiderio". In Brasile, a vivere quest'esperienza con Axe' dal 1990 sono stati piu' di 21 mila ragazzi.
Nella Casa, fornita gratuitamente dal Comune di Milano, lavoreranno circa 15 dipendenti, tra educatori, artisti e assistenti sociali. L'idea e' che il modello della "pedagia del desiderio" diventi sempre piu' diffuso e piu' presente in tutte le periferie di Milano. Al momento gli operatori e gli artisti fanno gia' due uscite alla settimana per cercare di reclutare nuovi ragazzi da portare nella Casa.
(Wel/ Dire)