Pazzaglia-Brunori-Tamburini: No a privatizzazione strisciante
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 23 gen. - No alla privatizzazione strisciante nella gestione degli asili nido a Rimini. Questo il senso delle tre mozioni presentate in consiglio comunale a Rimini da Fabio Pazzaglia di Fare comune, Stefano Murano Brunori, dell'Italia dei valori, e Stefano Tamburini, del Movimento 5 Stelle, nella seduta in corso e dedicata proprio alla gestione dei servizi per i bimbi dagli zero ai tre anni. Seduta richiesta dagli stessi tre consiglieri, che non sono stati però soddisfatti sulla possibilità di parola a operatori e famiglie. Una risposta la dà subito il vicesindaco, competente sulla materia, Gloria Lisi: il Comune gestisce direttamente oltre il 50% del servizio e non intende arretrare su questa percentuale. Ma occorre anche fare i conti con un calo della domanda negli ultimi anni del 26%.
Nello specifico dei tre documenti presentati, il primo riguarda la decisione della giunta di trasformare il nido "Isola blu" in scuola d'infanzia. Ma, stigmatizza Pazzaglia, "un solo nido non può garantire la copertura" in quella zona. Si chiede inoltre una "mappatura" dei ritiri per analizzarne le motivazioni e "adottare politiche di sostegno alle famiglie"; di "fare propria" la battaglia per riconoscere i nidi d'infanzia come "servizio educativo e non alla persona"; infine di "diffondere una cultura dell'infanzia con i bambini protagonisti anche dove non ci sono le strutture come al centro per famiglie", dato che il nido "fa anche da baluardo per l'integrazione vera". La seconda mozione auspica invece la gestione diretta in capo all'Asp Valloni dei due nidi "Cerchio magico" e "Bruco verde" e, se non possibile, che la decisione sia discussa in consiglio comunale. Più categorico il terzo documento che postula la gestione diretta delle due strutture fino al 2017 in quanto più economica o in mano all'Asp o al Comune. Il "timore fondato- conclude Pazzaglia- è che ci sia una volontà di privatizzare il servizio".
Sul nido Isola Blu, replica inizialmente il vicesindaco riservandosi di chiudere il dibattito, pesa il calo della richiesta da parte delle famiglie per il servizio dalle 8 alle 14. A oggi si contano tre posti vuoti e "non si può prolungare l'orario per mancanza di spazi". Non solo. C'è anche una tendenza delle famiglie a spostare il proprio figlio in altre strutture. Da qui la scelta della giunta di "prendere in considerazione la possibilità di chiudere una sezione, non tutto il nido, e di aprire una sezione di scuola d'infanzia a tempo pieno. Le famiglie sono interessate".
In generale, prosegue Lisi, sul calo della domanda, che ha costretto alcuni privati a chiudere, incide lo stop alla crescita demografica e degli stranieri in particolare. Sono quattro le tipologie di gestione attive, conclude Lisi: diretta al 50,6%; Asl e Ceccarini 7,9%; privati 24,4%; servizi in concessione appalti17,1%. Dunque "una fetta importante è di diretta, vogliamo mantenere la qualità e non arretrare su quel 50%. Ma per un sistema di qualità e per la copertura servono tenuta amministrativa e un obbligo morale per un prezzo equo".
(Wel/ Dire)