(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 feb. - Sbarcano a Lampedusa o in altri punti della costa italiana. E pochi giorni dopo raggiungono i quattro angoli d'Italia in attesa di passare oltre la frontiera, verso le mete della speranza nel nord Europa. Sono i migranti 'invisibili', in transito nel nostro Paese dopo essere scampati al duro viaggio per mare, comunque vittime di un 'naufragio sociale' che si prolunga nelle terre d'approdo. Ma chi e quanti sono esattamente i migranti 'invisibili'? E soprattutto, in quali condizioni igienico sanitarie si trovano? Per fare il punto sul fenomeno, la Croce Rossa di Roma ha preparato un report sulla base degli interventi socio-sanitari realizzati nel periodo tra giugno e novembre 2014 in tre insediamenti sul territorio della Asl Roma B (Selam Palace, via delle Messi d'Oro e via Collatina).
Il report e' stato presentato nel corso di un convegno che si e' svolto presso la sede dell'Inmp (Istituto nazionale salute migrazione e poverta').
"Nei cinque mesi di attivita'- ha fatto sapere la Cri di Roma- le e'quipe hanno raggiunto e assistito circa 3 mila e 800 persone, rinviando i casi piu' critici alle strutture sanitarie territoriali. È stato un segnale importante di attenzione da parte del sistema sanitario, ma soprattutto l'occasione per sperimentare nuove modalita' operative e forme integrate di collaborazione tra istituzioni. I pazienti visitati erano in prevalenza maschi (84%) e giovani (eta' media 23 anni), con una quota non trascurabile di minori (14%). La grande maggioranza proveniva da Eritrea e Somalia. Il tempo di permanenza negli insediamenti considerati e' stato di pochi giorni". Per quanto riguarda le patologie, invece, sono state riscontrate "prevalentemente quelle dermatologiche (soprattutto scabbia, foruncolosi e impetigine), seguite da malattie del sistema respiratorio (infezioni delle prime vie aeree, bronchiti e sindromi influenzali)".
I pochi casi sospetti di tubercolosi e malaria, ha quindi proseguito l'organizzazione, "sono stati immediatamente sottoposti ad accertamenti adeguati, con esiti negativi". Ma al di la' dei risultati conseguiti in termini di attivita' sanitarie effettuate, "l'aspetto piu' significativo dell'esperienza rimane il modello di sanita' pubblica sperimentato, in cui la prossimita' e la rete diventano elementi chiave per garantire percorsi di tutela della salute, anche in situazioni di particolare marginalita' e distanza dai servizi".
Per questo la Croce Rossa di Roma chiede "strutture di accoglienza a bassa soglia per facilitare l'accesso ai servizi sociosanitari ai migranti in transito. È importante ripartire dal lavoro in rete tra associazioni e istituzioni, per creare un corridoio umanitario e per intervenire con servizi a bassa soglia- ha concluso- creando occasioni di incontro tra operatori e popolazione".
(Wel/Dire)