(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 feb. - Dieci casi di abusi sessuali intra-familiari su minori nel territorio della Val d'Enza. Quello della 14enne che in provincia di Reggio Emilia sarebbe stata costretta a prostituirsi dalla madre, ma anche altri nove, tutti già segnalati dai servizi sociali all'autorità giudiziaria che ha disposto misure di protezione per i minori coinvolti. A renderlo noto è il Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Emilia-Romagna, Luigi Fadiga, ad attivarsi d'ufficio, che dopo il grave caso emerso a metà gennaio si era attivato e ha chiesto informazioni urgenti ai servizi territoriali della Val d'Enza e agli organi inquirenti per sapere se la storia fosse confermata. Ebbene, i dati sono arrivati, e tratteggiano uno scenario ancor più inquietante.
"Oltre a quello della ragazzina quattordicenne, altri nove casi di abusi sessuali intra-familiari su minori sono stati oggetto di 'doverosa e tempestiva' segnalazione all'autorità giudiziaria da parte del medesimo Servizio sociale territoriale- scrive in una nota il Garante Fadiga- e in tutti sono state decise misure di protezione sempre dall'Autorità giudiziaria".
Si tratta di dieci casi nati "in un contesto sociale ed economico difficile, dove i rapporti familiari paiono sfilacciarsi, anche di fronte a precarietà e instabilità". Se è vero che spetta agli inquirenti accertare le responsabilità penali, per Fadiga occorre lavorare proprio sul contesto per capire le "cause" dell'accaduto. "Continuerò a seguire con la massima attenzione il fenomeno considerato nella sua globalità, riservandomi di sollecitare interventi di pari livello diretti a capire le motivazioni di quanto sta succedendo", dice Fadiga.
Intanto, il Garante forse può già darsi da fare per risolvere una carenza emersa sul territorio, ovvero la mancanza delle équipe specialistiche di secondo livello, a cui la legge regionale in materia (del 2008) affida la gestione di situazioni che risultano più compromesse. "Su questo mi riservo di effettuare le segnalazioni e le raccomandazioni del caso agli organi regionali e locali competenti", dice Fadiga, che annuncia l'intenzione di denunciare all'Ordine i giornalisti che violano le norme poste a tutela dei minori vittime, resi talvolta riconoscibili negli articoli di giornale.
"Sono preoccupato per le frequenti violazioni dell'articolo 16 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo nonché delle norme della Carta di Treviso poste in essere da organi di stampa che pubblicano articoli dai quali è possibile identificare le vittime- denuncia il garante- e anche informazioni riservate, come i diari di una delle ragazze coinvolte. Mi riservo di segnalare il fatto agli Ordini professionali, sollecitando l'intervento anche a livello disciplinare ove ne ricorrano i presupposti". Fadiga farà presente la problematica anche al Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni, affinchè si attivi per controllare "se vi siano analoghe violazioni da parte delle emittenti televisive locali". Dal garante, arriva la raccomandazione a tutti gli organi inquirenti, all'avvocatura e alle forze dell'ordine incaricate delle indagini, di "proteggere al massimo l'anonimato e la non riconoscibilità delle vittime minorenni", conclude Fadiga.
(Wel/ Dire)