Studio pilota nazionale condotto da associazione Peter Pan
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 feb. - Un bambino su 3 ha convulsioni e reazioni da panico. A causarle sarebbero i videogiochi violenti. Sono questi i risultati di uno studio pilota nazionale condotto da Peter Pan - associazione per la tutela dell'infanzia - su bambini italiani nella fascia puberale che va dagli 11 ai 13 anni. Lo studio è stato eseguito grazie al contributo del gruppo Trevisan del Veneto e alla Fondazione Scintille di Sergio Mazzuca e Sante Naccarato. Rilevatori sono stati il giornalista Mario Campanella e la psichiatra Donatella Marazziti, docente all'Università degli studi di Pisa.
I ragazzi 'sotto osservazione' per qualche mese erano accomunati dalla visione costante di games 'violenti'. Il videogioco testato è stato GTA 5 Grand Theft auto, che vede tre criminali - uno dei quali psicopatico - che uccidono in una città definita Los Santos, luogo che rappresenta le grandi metropoli americane. Per lo studio sono stati testati cinquecento bambini residenti a Roma, Genova, Verona e Salerno.
Il 34% di questi bambini ha palesato reazioni tipiche di ansia, insonnia, enuresi notturna, sintomi di derealizzazione. Il 26% ha mostrato reazioni di fotosensibilizzazione. Un residuo 32% non ha mostrato, invece, segni particolari.
Il metodo eseguito è stato quello cape, con un'intervista raccolta dai genitori. Il lavoro è iniziato il 1 novembre e si è concluso il 1 febbraio.
"Si tratta di dati che devono far riflettere - hanno dichiarato Donatella Marazziti e Mario Campanella - soprattutto per la facilità con cui questi giochi vengono copiati e venduti sul mercato nero senza nessun filtro. Si tratta di esperienze personali che possono realmente produrre instabilità nei bambini".
"I bambini che manifestavano ansia e sintomi neurovegetativi - si legge ancora nella nota - non riuscivano a staccarsi dal video, mostrando propensione per la dipendenza. Sono dati che dovrebbero far riflettere la politica italiana e innescare comportamenti adeguati da parte delle istituzioni che continuano ad ignorare sistematicamente i rischi connessi alla libera circolazione di questi videogiochi".
(Wel/ Dire)