(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 feb. - Una riforma "fatta da incompetenti", che butta a mare tutto il positivo della tradizione minorile giudiziaria italiana ed è destinata a produrre gravi danni. Il disegno di legge delega sulla riforma della giustizia civile approvato martedì 10 febbraio dal Consiglio dei ministri non va proprio giù a Luigi Fadiga, oggi Garante per l'infanzia della regione Emilia Romagna, in passato dirigente dell'Ufficio centrale per la giustizia minorile del ministero della Giustizia e presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna e di Roma.
L'obiettivo della riforma è quello di assegnare alle sezioni specializzate per la famiglia e la persona una competenza "chiara e netta su separazioni e divorzi, rapporti di famiglia e di minori, procedimenti relativi a figli nati fuori dal matrimonio, procedimenti di competenza del giudice tutelare in materia di minori ed incapaci e controversie relative al riconoscimento dello status di rifugiato e alla protezione internazionale. Con un evidente passaggio di consegne fra i Tribunali per i minorenni e le nuove sezioni dei tribunali ordinari.
Secondo Fadiga è proprio qui l'aspetto più negativo dell'istituzione di "sezioni specializzate per la famiglia e la persona": il fatto cioè che vengono di fatto divise le competenze civili da quelle penali, che però rappresentano un complesso unico di attenzione verso il minore. "Da quanto si comprende dal ddl delega, viene spostata tutta la parte dell'affidamento del minore in caso di frattura nella coppia di genitori, e fin qui si potrebbe dire anche pazienza, ma viene spostata, e sembrerebbe interamente, anche tutta la parte della protezione del minore, anche incapace". In pratica "viene diviso in due il giudice minorile, che oggi cumula in sé gli aspetti cosiddetti civili e gli aspetti cosiddetti penali, che poi in realtà costituiscono un unico complesso di protezione giudiziaria dei diritti del minore". Insomma, "si costruisce un gran calderone dove mettono dentro tutto, sia questioni familiari di carattere economico molto complesse, sia questioni che riguardano la protezione dei minori e dei minori incapaci che sono altrettanto e forse più complesse e che richiedono una forte preparazione professionale".
Preparazione professionale, dice Fadiga, "che allo stato attuale non è assolutamente garantita". "Anche la figura degli esperti e dei tecnici che sostituirebbero i giudici onorari mi pare - commenta - giuridicamente profondamente sbagliata, a parte il fatto che non si capisce dal testo chi siano questi tecnici e quali requisiti debbano avere: è vero che è un ddl delega, ma non si può delegare tutto". Il giudizio negativo è a tutto campo: "Nella commissione che ha scritto la riforma non c'era nessuno che conoscesse davvero il diritto minorile".
"Che poi - precisa Fadiga - ci siano situazioni oggettivamente critiche nel sistema che sta per essere gettato via, questo è un altro discorso, anche se la giustizia minorile va certamente meno male delle altre: le criticità andavano studiate con attenzione e cognizione di causa, ma di fronte ad esigenze politiche e a fortissimi interessi corporativi della classe forense si è scelta un'altra strada. Su ciò che succederà in futuro sono molto pessimista".
(Wel/ Dire)