Venerdì 13 febbraio il 'Linguaggio terapeutico per bambini e genitori'
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 feb. - Il bambino ha difficoltà scolastiche, non sta mai fermo, non riesce a concentrarsi, sta chiuso nel suo mondo, balbetta, ha mal di pancia, bagna il letto o è aggressivo con i compagni? L'adolescente è spesso di cattivo umore, vive chiuso in camera, gioca solo con la play-station, mangia poco o troppo, si nasconde quando mangia, è aggressivo o non rispetta le regole? Sono tante e diverse le difficoltà che possono vivere i minori, e in loro aiuto arriva la psicoterapia di gioco.
A spiegare meglio in cosa consiste questo approccio è il Centro di psicoterapia 'GiochiLiberaTutti', che venerdì 13 febbraio promuove a Roma l'iniziativa 'Il gioco: il linguaggio terapeutico per bambini e genitori', in Viale Regina Margherita 269 (angolo via Morgagni) dalle 19 alle 21.30.
Nel corso dell'evento verrà proiettato un video a ciclo continuo che mostra la terapia: un approccio che "ha il vantaggio di parlare il linguaggio proprio dei bambini e degli adolescenti- si legge nella brochure del Centro- creando un contesto sicuro dove poter esprimere e sperimentare vissuti emotivi, nuove strategie di problem-solving, nuove modalità sia relazionali che comportamentali e interiorizzare le regole di relazione".
Il gioco rappresenta la prima forma di apprendimento dell'uomo, importante per lo sviluppo di competenze cognitive, emotive e relazionali. "Noi facciamo del gioco l'80% del nostro intervento e non separiamo mai il setting tra bambino, coppia genitoriale e fratelli. Lavorano tutti insieme con i terapeuti", spiega Segio Lupoi, psicoterapeuta familiare, psichiatra, fondatore nel 1975 del Centro studi e ricerche per la Psicoterapia della coppia e della famiglia di Roma e successivamente dell'Istituto italiano di psicoterapia relazionale.
In genere i minori seguiti dal Centro 'Giochiliberatutti' vanno dai 2 anni e mezzo ai 13 anni. Lupoi, partner del team di lavoro, precisa: "Il nostro approccio vede il gioco come uno strumento di diagnosi, intervento terapeutico esperienziale e intervento a casa. Utilizziamo sia giochi classici, come la palla, i pupazzi, i peluche e le fiabe, che quelli più complessi, come la dama e il Risiko per i soggetti più grandi".
L'autore del libro, 'Curare giocando, giocare curando. La famiglia, i bambini, i terapeuti' (edito Franco Angeli) continua: "Si tratta di una terapia strutturata che parte dalla richiesta di ogni famiglia in base al problema specifico vissuto dal bambino. La stanza della terapia è la stanza del gioco, e dopo le prime presentazioni ci si siede a terra proprio per iniziare il gioco esplorativo". Il coinvolgimento di tutta la famiglia "permette di far emergere le risorse per trovare una modalità condivisa di aiuto a chi è in difficoltà- conclude il Centro'GiochiLiberaTutti'- utilizzando il legame familiare come motore di cambiamento".
Per partecipare all'evento basta scrivere a: giochiliberatutti@gmail.com oppure telefonare lo 3270543354.
(Wel/ Dire)