(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 feb. - "Chiediamo alla regione Veneto di dare garanzie sui fondi destinati all'affido familiare". L'allarme proveniente da numerosi comuni veneti sul possibile taglio ai fondi per l'affido dei minori, e' stato recepito dal Cnca e dalle organizzazioni e reti di famiglie impegnate nell'accoglienza e accompagnamento di bambini e ragazzi con situazioni di disagio familiare.
Il bilancio regionale 2014, infatti, aveva previsto in 4,5 milioni di euro la dotazione finanziaria per l'affido, fondi destinati a coprire le spese gia' sostenute dai Comuni per gli inserimenti di bambini e bambine, in condizioni di grave disagio, presso famiglie affidatarie. Lo spettro dei tagli e l'eventualita' che le risorse vengano utilizzate per altre finalita' ha promosso una mobilitazione allargata. E' un'ipotesi che, se dovesse avverarsi, "avrebbe un effetto drammatico su tutto il sistema di tutela, protezione e cura dei bambini e delle bambine del Veneto in situazione di disagio" dichiara Mattia De Bei, referente del gruppo Reti Famiglie Aperte del Coordinamento Nazionale Comunita' di Accoglienza (Cnca) del Veneto, organizzazione che da oltre trent'anni promuove comunita', servizi di sostegno alle famiglie in difficolta' e reti di famiglie affidatarie. Nel 2012 sono stati 1.980 i minori allontanati dalla famiglia d'origine e accolti in comunita' e famiglie affidatarie, valori che si possono considerare strutturali nell'area del disagio minorile. Di questi, 1.132 sono stati seguiti con lo strumento dell'affido familiare.
"Sono storie di profonda sofferenza che sempre richiedono interventi decisi e tempestivi", prosegue Mattia De Bei, "le famiglie che si mettono in gioco, aprendo le porte delle loro case, hanno bisogno di non sentirsi sole e vanno supportate con servizi di sostegno e anche con adeguate risorse economiche, a beneficio dei bambini e ragazzi accolti, ma anche di tutta la comunita'".
"I Comuni, gia' ampiamente colpiti da continui tagli di risorse, si troverebbero in grave difficolta' nell'eventualita' che il fondo per l'affido venisse annullato o ridotto", afferma Silvia Dalla Rosa, presidente del Cnca Veneto, "inoltre il sistema complessivo di protezione e cura dei bambini in difficolta' sarebbe lasciato ad un'ampia discrezionalita' di intervento, in termini di individuazione di risorse economiche, di responsabilita' e sensibilita', andando ad aumentare la gia' alta disomogeneita' territoriale di prestazioni e risposte".
Diverse le organizzazione che hanno sottoscritto l'appello rivolto alla regione Veneto e promosso dal Cnca Il Cnca.
Organizzazioni che in Veneto promuovono i diritti dei bambini e delle bambine e che si impegnano nell'attenzione alla loro tutela, protezione e cura: Cncm, Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII, Istituto Don Calabria.
"Le prime a sottoscrivere l'appello sono state proprio le Amministrazioni Locali, rappresentate dall'Anci Veneto, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, le quali richiedono con forza la necessita' che la Regione si attivi annualmente nell'individuare in sede di previsione di bilancio adeguate e certe coperture economiche", afferma ancora Dalla Rosa, "la Regione non puo' e non deve sottrarsi ad un compito cosi' importante nei confronti delle nuove generazioni". L'appello, che ha raccolto le adesioni anche delle Caritas del Veneto e dell'Anep, e' stato sottoscritto ad oggi da piu' di 110 realta' di accoglienza del Veneto, associazioni di famiglie affidatarie, comunita' educative e familiari. "Segno di un movimento", conclude De Bei, "che intende mettere in luce le criticita' del sistema di tutela e protezione dei minori in Veneto, gia' ampiamente indebolito a causa di un forte disinvestimento nelle politiche regionali nelle ultime annualita'".
(Wel/ Dire)