(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 feb. - "Gestire il fenomeno della migrazione è la grande sfida dei nostri tempi". Tempi in cui il problema terrorismo viene spesso, con troppo superficialità, accostato ai flussi di migrazione, lasciando il passo ad analisi di breve periodo che non fanno bene a nessuno. La pensa così Federico Soda, direttore dell'Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo di Oim, l'Organizzazione internazionale per le migrazioni che conta 156 Stati membri e 10 osservatori, e che lavora dal 1951 per migliorare la comprensione e la gestione dei fenomeni migratori, favorire lo sviluppo economico e sociale attraverso la mobilità umana e difendere la dignità e il benessere dei migranti.
"Viviamo- dice Soda- nell'epoca della più grande mobilità umana della storia, un miliardo di persone sono migranti, ossia una persona su sette. Anche in Italia il tema della migrazione è diventato uno dei maggiori temi dibattuti e discussi sia a livello nazionale sia a livello locale, ed è comprensibile in quanto si tratta di un fenomeno che riguarda la storia di questo Paese, che da paese di emigrazione è diventato, nel giro di pochi anni, paese di immigrazione. E' però necessario che i processi migratori siano gestiti con una strategia politica che guardi al lungo termine, e che vada oltre la visione emergenziale o semplicemente umanitaria della questione, ma che riesca a inquadrarla in un processo di trasformazione positiva del paese. Il costante aumento di flussi migratori che stiamo vivendo in questi anni è causato da motivi sia demografici sia geopolitici, ed è ormai un fenomeno endemico, a cui purtroppo al momento non corrisponde un'adeguata e coerente risposta comune dell'Europa che, invece di assumere una leadership politica in grado di affrontare questa situazione, resta ancora legata a politiche di chiusura e di controllo di frontiere".
"Le politiche migratorie di chiusura prive di strategia a lungo termine- continua Federico Soda, direttore dell'Ufficio di coordinamento per il Mediterraneo di Oim- rischiano però di avere conseguenze negative per la stessa Europa, che continuerà a dover affrontare l'arrivo di masse di persone in fuga dalle crisi, ma non sarà più capace di attrarre quel flusso migratorio composto da lavoratori altamente qualificati che, avendo più opzioni a disposizione, si rivolgeranno a paesi più aperti. E' necessario quindi promuovere politiche più aperte e a lungo termine, in grado di inquadrare il fenomeno in modo lungimirante ed efficace, affinché i flussi migratori vengano gestiti al meglio e possano portare benefici ai paesi di destinazione, ai paesi di origine e ai migranti stessi".
Particolare attenzione bisogna porre al delicato problema della migrazione minorile. I bambini e i giovani sono al centro dell'agenda di chi si occupa di immigrazione: "La normativa italiana- continua Soda- prevede come obbligatorio lo svolgimento delle indagini familiari per ogni minore non accompagnato presente sul territorio dello stato italiano. Sin dal 2008, attraverso specifiche Convenzioni siglate con il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Direzione generale dell'immigrazione e delle Politiche di integrazione, l'Oim Roma gestisce un progetto mirato allo svolgimento delle indagini familiari in favore dei minori stranieri non accompagnati presenti in Italia, comprensivo di una componente di assistenza al ritorno volontario e reintegrazione per i minori che ne facciano richiesta. L'esperienza maturata in sette anni di attività e il riscontro positivo ricevuto dalle autorità locali ci consentono di sostenere che le indagini familiari costituiscono un prezioso strumento a disposizione delle autorità locali italiane per poter valutare ed individuare soluzioni durature per il futuro del minore (integrazione in Italia o ricongiungimento con il nucleo familiare di origine) fermo restando la valutazione del superiore interesse del minore, di competenza delle autorità italiane".
(Wel/ Dire)