(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 dic. - Una scuola su due in Emilia-Romagna non ha uno sportello a cui i ragazzi possano confidare i loro problemi. Non solo: in appena un istituto su cinque si può ascoltare ciò che gli studenti hanno da dire senza il consenso dei genitori. A denunciare tutti i limiti degli sportelli d'ascolto per gli studenti è una ricerca realizzata da Bruna Zani, Cinzia Albanesi e Martina Stefanelli del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Bologna e presentata in assemblea legislativa. Intitolato "Ascoltiamo i minori" e promosso dal garante regionale dei minori Luigi Fadiga, il report ha riguardato in particolare l'attività degli sportelli nelle province di Forlì-Cesena e Parma. "Dati significativi emergono da questa ricerca, purtroppo non rassicuranti- spiega Fadiga in una nota- più della metà delle scuole interpellate sono prive di sportello di ascolto, e dove esso esiste, svolge spesso anche altre funzioni".
Scarso, inoltre, "è il numero di ore di apertura, e ancora più scarso il numero di ore riservato all'ascolto dei ragazzi". In più "l'accesso non è sufficientemente agevolato" e "la gestione" è "affidata a pedagogisti soltanto nel 6,7% dei casi, mentre è affidata a psicologi o ad insegnanti psicologi nell'93,4%". Infine, conclude il garante, "il dato più preoccupante: solamente nel 20% delle scuole i ragazzi possono essere ascoltati senza l'autorizzazione dei genitori. Una grave limitazione, fatta rilevare senza effetti all'autorità di garanzia e all'ordine nazionale degli psicologi, impedisce ai ragazzi di confidarsi sui casi più delicati come le difficoltà relazionali con i genitori o i conviventi, e i casi di abuso fisico, psicologico e sessuale all'interno della famiglia. "Vogliamo soprattutto aiutare a contrastare tutte quelle discriminazioni che si verificano anche in ambito scolastico", ha detto nell'occasione la presidente della commissione Parità Roberta Mori. Dalla ricerca risulta comunque che quasi 500 studenti delle medie di Forlì-Cesena e oltre 1.300 di Parma si sono rivolti allo sportello di ascolto nell'anno scolastico 2014-2015: poco meno del 5% della popolazione studentesca in un caso, poco più del 10% nell'altro. Le scuole che offrono ai loro studenti un servizio di sportello d'ascolto sono il 41% a Forlì-Cesena e il 57% a Parma. Cambia invece il livello di soddisfazione degli adolescenti rispetto all'ascolto ricevuto dagli adulti nella loro vita quotidiana: 4,7 su una scala da uno a dieci per gli studenti delle scuole secondarie di primo grado a Forlì-Cesena; otto per gli studenti nelle scuole di Parma.
"Tutto merito della scuola?- si chiedono le ricercatrici- Probabilmente no: la maggiore diffusione di sportelli nel territorio parmense si associa anche a un maggiore investimento di risorse da parte delle amministrazioni locali nel sostegno alle esperienze di sportello scolastico attraverso progetti, finanziati, di rete con il territorio". I ragazzi "vogliono un ascolto non intrusivo, non giudicante, che possono modulare in base alle loro esigenze, vogliono adulti che si mettano a disposizione 'a richiesta', e che sappiano stare dentro precisi confini". E i genitori e gli insegnanti sono generalmente ritenuti "poco capaci di mantenere 'una giusta distanza', e spesso non sono ritenuti interlocutori adatti a discorsi su amicizia e amore".
(Wel/ Dire)