(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 dic. - Il governo italiano, l'Enel e l'Unhcr insieme per i bambini siriani, "perché noi non ci abitueremo alle morti e non dimentichiamo, come fa invece qualche collega europeo...". Il presidente del consiglio Matteo Renzi presenta a Palazzo Chigi il progetto "Educate a Child" in Siria.
Il gruppo italiano ha donato 500.000 euro all'agenzia Onu per i rifugiati. In questo modo, spiega Laurens Jolles, delegato Unhcr per il Sud Europa, "sarà possibile istruire 20mila bambini siriani", con investimenti in cinque settori: costruzione e recupero di edifici, sostegno economico alle famiglie, corsi intensivi di recupero, orientamento, formazione di docenti.
"Prima dell'inizio della guerra la Siria era un'eccellenza per quanto riguarda l'istruzione. Ma in questi ultimi cinque anni, 2,4 milioni di bambini hanno abbandonato la scuola, spesso perche' costretti a muoversi in aree piu' sicure". L'accesso all'istruzione rappresenta una delle principali motivazioni che spinge le famiglie a fuggire. Enel, una delle prima aziende italiane ad aver aderito all'Un Global compact, "è stata la prima a rispondere all'appello con una donazione importante".
Contribuire al pieno sviluppo delle nuove generazioni e' essenziale per l'approccio di Enel alla sostenibilità, spiega la presidente del gruppo Maria Patrizia Grieco. "Siamo orgogliosi di questa donazione. Anche perché io non voglio abituarmi a vedere le foto dei bambini affogati sulle spiagge della nostra civilissima Europa, e credo che nessuno di noi dovrebbe abituarsi. Mentre mi rendo conto che dalla foto del primo bambino, già c'è un certo tipo di assuefazione. Le spiagge europee non possono essere cimiteri di bambini", osserva Grieco che sottolinea di condividere l'impostazione del governo in materia di contrasto al terrorismo. "E' giusto per ogni euro alla sicurezza, investirne uno in cultura. Non c'è sicurezza senza cultura".
Renzi ha ringraziato "Enel e Unhcr per aver associato palazzo Chigi a questa iniziativa". E' "bello sentire una manager, la presidente di un'azienda, dire 'io non mi voglio abituare'. I dati di oggi dicono che sono morti 700 bambini. Ma è difficile fare un ranking, non bastano i numeri. Quei bambini avevano dei nomi, delle storie, dei giocattoli, delle famiglie... E' un dovere morale ricordare a noi stessi che se siamo uomini e donne non possiamo farci passare addosso quello che sta avvenendo". Così nel caso del barcone affondato a Lampedusa, "che sarà recuperato per dare degna sepoltura a quelle persone", e dei profughi che solcano il Mediterraneo, "per i quali l'Italia farà fino in fondo la sua parte. Perché noi in Italia facciamo così: non ci facciamo emozionare per un momento, come qualche collega europeo che poi si dimentica quello che succede...".
Ma se l'Italia c'è, con la realizzazione degli hotspot, con maggiori investimenti in cooperazione allo sviluppo, e dal prossimo anno anche all'Unhcr ('entriamo nel twenty million dollar club'), "è l'Europa che deve fare più", in particolare per quanto riguarda "la rilocation".
In questo contesto si colloca anche la donazione di Enel.
"Restituirà l'istruzione all'1% dei bambini che in Siria ha smesso di andare a scuola. Se ciascuna grande azienda nel mondo facesse altrettanto... se ciascuno facesse quel pezzettino di strada, sarebbe più facile combattere l'ingiustizia e l'assurdità che stiamo vivendo".
Renzi conclude sottolineando la peculiarità italiana in Europa. "Il fatto che non stiamo dando un nome ai bambini che sono morti- sottolinea- non significa che quei bambini non siano morti. Noi siamo diversi da altri paesi, diversi da quelli che strillano dopo la tragedia, e poi si nascondono. E' bene che sappiano che noi possiamo fare anche senza Europa, ma è l'Europa che non può fare senza se stessa, non può lavarsi la coscienza dando soldi a qualche paese e tradire l'ideale su cui è nata. Non può dimenticare che mandare un bambino a scuola è la cosa più bella che si possa fare".
(Wel/ Dire)