(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 11 dic. - "Bere alcol non fa mai bene alla salute, soprattutto nei giovani". Semplice ma categorico il pensiero di Emanuele Scafato, direttore dell'Osservatorio nazionale alcol del Cneps (Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute) dell'Istituto Superiore di Sanità.
Nell'ambito della campagna sull'abuso di alcol 'Non perderti in un bicchiere', Scafato ha incontrato gli studenti del Liceo San Francesco Di Assisi di Roma. Nel corso del suo intervento, ha raccolto interesse e impressioni dei giovani studenti presenti, spiegando tutti i rischi legati all'uso e all'abuso di alcol, rischi anche gravi. Sul consumo di alcol, secondo Scafato, bisogna fare attenzione "almeno fino ai 18 anni per problemi di legalità ma anche per quello dello sviluppo". In giovane età "non c'è capacità di metabolizzare l'alcol, e neanche di distruggerlo".
Ma non solo. Perché nei giovani il consumo di alcol "abbassa la percezione del rischio, porta ad avere comportamenti come il disturbo della quiete pubblica", o all'estremo, "è la prima causa di morte per incidente stradale". A proposito della campagna, "il ministero della Salute e l'Istututo superiore della sanità portano avanti questa campagna, in collaborazione con Diregiovani, per attivare il volano sensibile di reazione da parte dei ragazzi. Cercando di coinvolgerli soprattutto su una causa immediata di morte che è tutela della loro sicurezza". Scafato, poi, punta il dito contro quelle pubblicità "che spingono a far credere che si diventa più performanti: non è vero nulla". L'alcol non porta a questi obiettivi, anzi soprattuto per i giovani è una delle principali "cause di esclusioni dal gruppo", magari perché "non si regge l'alcol o si finisce in Pronto soccorso".
Il direttore dell'Osservatorio, infine, ricorda che "il 17% delle intossicazioni alcoliche nei Pronto soccorso è a carico di ragazzi e ragazze al di sotto dei 14 anni. Serve creare protocolli che in strutture sanitarie consentano di intercettare rischi e consentono di canalizzarlo attraverso colloqui motivazionali".
(Wel/ Dire)