(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 dic. - Dei 21 milioni di individui che l'Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) stima siano coinvolto in condizioni di lavoro forzato, 4,5 milioni sono in Pakistan, dove vi è anche un'elevata percentuale di minori.
I dati diffusi dall'Ilo nella Giornata internazionale per l'abolizione della schiavitù, segnalano come la riduzione a questo stato avvenga attraverso un sistema semplice ma collaudato: la convinzione ad accettare il prestito di piccole somme di denaro in cambio di lavoro nelle fabbriche di mattoni. Queste somme, di fatto, raramente vengono condonate nel tempo concordato, ma crescono a dismisura e prolungano quindi l'obbligo per lungo tempo, a volte per una vita intera, finendo anche per trasferirsi sui figli.
I casi citati dall'Ilo parlano, ad esempio, di minori impiegati nella provincia del Punjab ai quali vengono pagati ogni giorno l'equivalente di 4,5 dollari statunitensi, la meta' del salario minimo legale garantito per un migliaio di mattoni al giorno. Tuttavia, le detrazioni arbitrarie e variamente motivate del salario portano a una crescita del debito anziché a una riduzione. Una situazione nota ma che per gli interessi dei produttori, consociati in un sistema mafioso, per le connivenze e gli appoggi, sembra inattaccabile nonostante l'impegno di molti dentro e fuori il paese.
Si calcolano in 20.000 le fabbriche di mattoni nel paese. Un business essenziale e lucroso basato sul lavoro di centinaia di migliaia di disperati, in parte impiegati per scelta, in parte costretti. Contro questa situazione l'impegno è crescente. Il solo Fronte per la liberazione dal lavoro forzato, infatti, ha liberato 80.000 lavoratori dalla loro condizione di schiavitù, ma la volontà è di tagliare il problema alle radici, sia con azioni repressive, sia legali, sia incentivando la permanenza dei giovani nelle aule.
(Wel/Dire)