Unicef-Unesco: Nonostante progressi ottenuti scorso decennio
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 apr. - "Nonostante i grandi progressi ottenuti nello scorso decennio nell'iscrizione dei bambini a scuola, un bambino su quattro- più di 21 milioni- in Medio oriente e nel Nord Africa è fuori dal ciclo scolastico e rischia di rimanerne escluso". Lo dice un rapporto dell'Unicef e dell'Istituto per le Statistiche dell'Unesco, risultato dell'iniziativa "Out of School per il Medio oriente e Nord Africa", che fornisce dati aggiornati sull'equità dell'istruzione nella regione.
Secondo il rapporto, "una riduzione del 40% del numero di bambini fuori dalla scuola in Medio oriente e Nord Africa (Mena) nell'ultimo decennio ha dato speranza e opportunità a milioni di bambini", ma i progressi "sono recentemente rallentati a causa della povertà, delle discriminazioni, della scarsa qualità dell'istruzione e dei conflitti".
Infatti, "12,3 milioni tra bambini e adolescenti in Medio oriente e Nord Africa sono fuori dalla scuola; inoltre, secondo gli ultimi dati, oltre 6 milioni di bambini rischiano di rimanerne esclusi e altri 3 milioni di bambini non vanno a scuola in Siria e in Iraq, dove il conflitto ha distrutto gran parte del sistema scolastico".
Quindi, "mentre le violenze continuano a crescere, milioni di bambini rischiano di diventare una 'generazione perduta', senza le conoscenze e gli strumenti di cui hanno bisogno per diventare degli adulti consapevoli. Diversi altri paesi nella regione hanno esperienze di conflitti armati o di disordini politici che impediscono ai bambini di apprendere".
Per Maria Calivis, Direttore regionale dell'Unicef Mena, "In un momento di così grande cambiamento e inquietudine, questa regione non può permettersi che 21 milioni di bambini perdano la propria strada; questi bambini devono avere l'opportunità di acquisire le conoscenze di cui hanno bisogno attraverso l'istruzione per fare la loro parte nella trasformazione della regione".
Secondo il rapporto Unicef e Unesco, i governi "devono ampliare i propri sforzi, soprattutto per dare priorità all'istruzione delle famiglie più vulnerabili e svantaggiate; sono necessarie nuove politiche per ampliare i programmi di istruzione pre-elementari, evitare che gli studenti siano lasciati fuori dalle scuole e che subiscano discriminazioni di genere, e aiutare il maggior numero di bambini nelle aree di conflitto garantendo loro l'accesso all'istruzione".
Per Silvia Montoya, direttore dell'Istituto di Statistiche dell'Unesco, "Dobbiamo calibrare gli interventi per raggiungere le famiglie sfollate a causa del conflitto, le ragazze costrette a rimanere a casa e i bambini obbligati a lavorare. Questo rapporto presenta dati utili a migliorare i processi di identificazione di questi bambini, gli ostacoli che affrontano e le politiche necessarie a raggiungerli".
Inoltre, dal rapporto è emerso che i donatori "devono impegnarsi a dare più fondi per eliminare le disparità che continuano a tenere i bambini fuori dalle scuole".
Ancora, emerge che "le ragazze non vanno a scuola e sono esposte al rischio di rimanere escluse a causa dei comportamenti sociali, dei matrimoni precoci e della mancanza di insegnanti donne; mediamente, in questa area, una ragazza ha il 25% di probabilità in meno di andare a scuola rispetto a un ragazzo. Ciononostante, tra gli adolescenti, un alto tasso di esclusione è stato alimentato da standard educativi bassi e dalla scarsa qualità degli ambienti scolastici".
Il rapporto arriva "in un momento cruciale ed è destinato ad integrare gli sforzi della comunità internazionale sulla preparazione degli obiettivi per l'istruzione post 2015".
(Wel/ Dire)