(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 10 apr. - "Sono stati circa 360 i suicidi della fascia di età fra i 15 e i 30 anni nel 2014, con una diminuzione del 10%". Lo affermano in una nota il giornalista Mario Campanella, presidente dell'associazione Peter Pan, e la psichiatra Donatella Marazziti, docente a Pisa.
I dati sono stati "elaborati dai link istituzionali (polizia di stato, carabinieri, ospedali) e fanno riferimento all'ottobre del 2014: alla fine di quel mese i suicidi giovanili erano 302 e la media degli ultimi due mesi negli ultimi anni non ha mai superato il numero di sessanta. È un segno meno, che pure nella contestualizzazione di 360 morti-si legge nella nota-induce a sperare in una continua flessione del fenomeno. Bisogna ricordare che almeno nel 70% dei casi-continuano Campanella e Marazziti- il suicidio giovanile è causato da marcato disagio esistenziale più che da comprovate patologie".
Le fasce di età coinvolte "partono dai 15 anni, ma l'acme è raggiunto tra i 25-30 anni (65% dei casi di suicidio giovanile). In sostanza- precisa la nota- sui 360 suicidi di giovani, circa 260 sono stati compiuti tra le fasce degli over 25, mentre cento tra i quindicenni e ventiquattrenni". Per Campanella e Marazziti "mancano incredibilmente le strutture di riferimento, le offerte psicoterapiche di cui le scuole dovrebbero farsi carico insieme alle Asp. Le Regioni italiane non investono sulla prevenzione del disagio a conferma di un'assenza sconfortante delle istituzioni periferiche e centrali".
Il ministro Lorenzin "dovrebbe rendere obbligatoria la trasformazione dei consultori in centri di ascolto per il disagio giovanile con una riqualificazione del personale psicoterapico. I garanti regionali per l'infanzia non sono in gran parte dotati di risorse finanziarie adeguate o non hanno la giusta sensibilità sociale. È possibile pensare sia a una progressiva riduzione del fenomeno sia alla prevenzione delle possibili recidive-continua la nota- con un investimento complessivo sulla spesa sociale.
L'Italia spende per il disagio giovanile una cifra esigua, pari a circa 12 milioni di euro annui-sottolineano Campanella e Marazziti- in gran parte assorbiti dalla figura dello psicologo scolastico. Portare già a 50 milioni questa cifra-concludono- con percorsi di assistenza psicologici avrebbe risvolti straordinari sia sulla riduzione del suicidio, che rimane la seconda causa di morte per gli adolescenti, sia per il benessere generale dei ragazzi".
(Wel/ Dire)