(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 ott. - L'anno scolastico e' iniziato da un mese e mezzo, ma lo scuolabus al campo rom di via Chiesa Rossa non passa. Eppure le mamme dei ragazzini di medie ed elementari che frequentano la scuola di via Arcadia, a 2,5 chilometri di distanza dal campo, affermano che tutte le mattine un pulmino passa proprio vicino a loro. "Il Comune ci aveva detto che il servizio era stato soppresso per tutti, causa spending review", spiega Diana Pavlovic, referente della Consulta rom. Per questo era stata incaricata la Cooperativa A, ente gestore del campo, di trovare una soluzione. "Perche' il servizio pubblico deve escludere i rom? Questo proprio non me lo spiego", aggiunge Pavlovic. Per protestare contro cio' che considerano una violazione del diritto allo studio dei bambini rom, le mamme del campo hanno organizzato, con l'appoggio della Consulta rom, un sit in di fronte a Palazzo Marino. Obiettivo: consegnare al primo cittadino Giuliano Pisapia una lettera in cui si chiede il ripristino della navetta pubblica. "Abbiamo gia' provato a chiedere spiegazioni all'assessore all'Istruzione Francesco Cappelli ma non ci ha mai risposto", continua Pavlovic. Lo scuolabus comunale e' stato soppresso ad aprile-maggio 2014. A quel punto la palla e' passata alla Cooperativa A che pero' non ha saputo sostituire la navetta. "Ci sono quattro ragazzini che hanno perso l'anno perche' non potevano frequentare", aggiunge Pavlovic. A settembre il problema doveva rientrare. La scuola, per Pavlovic, "e' una delle poche occasioni che hanno i ragazzi per uscire". La situazione in via Chiesa Rossa, infatti, non e' facile: due nomadi residenti al campo sono stati arrestati ad agosto con l'accusa di aver assalito un gruppo di africani che si era stabilito in una baraccopoli vicino. "La situazione sta degenerando", e' la sintesi di Pavlovic: gia' nel 2008, infatti, in 25 sono stati arrestati per furti. I reati di cui sono accusati alcuni degli uomini che abitano li', pero', sono molto piu' gravi, ormai. Le famiglie che abitano nel campo sono Hudorovich, Braidich e Deragna. A novembre dell'anno scorso, tra loro era scoppiata una faida che aveva provocato la morte di Luca Braidich. "I campi rom ormai sono stati abbandonati. Lo avevamo detto che la strategia seguita dal Comune non era quella giusta", aggiunge Pavlovic. La referente della Consulta rom critica l'idea dei centri d'emergenza, come quello tanto discusso di via Lombroso, strutture dove i rom allontanati dai campi dovrebbero passare tre mesi prima dell'inserimento in progetti per trovare casa e lavoro. "A dicembre scade la convenzione con la Prefettura che finanziava con 5,6 milioni di euro il centro e di risultati non ne abbiamo visti. Non abbiamo idea di cosa accadra' dopo", conclude Pavlovic. (www.redattoresociale.it) (Wel/ Dire)