(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 ott. - Esistono ragazzini che sentono di non appartenere al sesso di nascita: che fare, quando un bambino si sente femminuccia e vuole giocare con le bambole? O quando un adolescente maschio dichiara ai suoi genitori di sentirsi una donna e di voler "cambiare sesso"? Che suggerimenti dare ai genitori e agli insegnanti? Come intervenire? Sono queste alcune delle questioni al centro del convegno "Minori con varianza di genere: buone prassi e dilemmi", che si tiene venerdì 17 a Napoli all'Istituto italiano degli studi filosofici (ore 9/14), organizzato da Avvocatura per i diritti Lgbti - Rete Lenford, conSInAPSi - Centro di Ateneo Federico IIe Fondazione Genere Identita' Cultura. Aprira' i lavoriPaolo Valerio, professore di psicologia clinica all'Universita' degli Studi di Napoli "Federico II" e presidente dell'Onig (l'Osservatorio nazionale sull'identita' di genere) che ci anticipa alcuni temi dell'incontro.
"Al momento - spiega il professor Valerio -, benche' i bambini e gli adolescenti che si presentano per una valutazione o trattamento clinico, rappresentino una minoranza nella popolazione generale, inferiore all'1%, pongono comunque dilemmi ai pediatri, psicologi, docenti quando entrano in contatto con le istanze che essi portano". "Dal punto di vista scientifico - prosegue Valerio - non esiste alcun modo di prevedere, nei bambini con varianze di genere, se questa sara' presente anche in adolescenza ed in eta' adulta ma l'esperienza clinica lascia presupporre che la varianza di genere - transgenderismo - potra' essere presente da adulti quando persiste in adolescenza".
Al convegno e' prevista la presenza, oltre che di diversi esperti - medici, psicologi, magistrati, avvocati - del professor Jack Drescher che portera' l'esperienza degli Stati Uniti e di altri Paesi europei. L'obiettivo e' di sensibilizzare ad una cultura delle differenze e tra i temi che saranno toccati nel corso della mattinata: il benessere psicofisico e sociale dei minori con varianza di genere; l'autodeterminazione del minorenne e il consenso ai trattamenti medici; la giurisprudenza in materia di rettificazione dell'attribuzione di sesso di minori; l'identita' di genere nel Dsm-5 (l'ultimo Manuale diagnostico statistico che descrive tutte le malattie mentali) e nel Icd-11 (la classificazione internazionale delle malattie e dei problemi correlati, stilata dall'Organizzazione mondiale della sanita') con particolare riferimento alle controversie relative ai minori. Si tratteranno le diverse questioni relative ai percorsi di transizione e al benessere dei minori con varianze di genere, con particolare attenzione all'autodeterminazione del minore, alle norme giuridiche e alle controversie presenti nel Dsm 5.
"In Italia - dice Valerio - e' possibile per il minore accedere ad alcuni trattamenti endocrini, ma soltanto con il consenso dei genitori e dopo un attento e accurato studio del singolo caso.Questi interventi vanno, infatti, realizzati con molta cautela, avendo esaminato con particolare attenzione ogni singolo caso. E' comprensibile che, vista la delicatezza della materia, sia in corso un acceso dibattito etico, scientifico e sociale".
Il professor Valerio spiega che oggi una delle principali questioni sulle quali si interroga la comunita' scientifica e' relativa all'uso di bloccanti ipotalamici. "La somministrazione di questi farmaci, che va effettuata prima del sopraggiungere della puberta', serve a sopprimere la produzione di estrogeni e testosterone, per lasciare il giovane in una condizione di neutralita'. Viene infatti impedito momentaneamente lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari - ad esempio, nei maschi la comparsa di peli e la crescita dei genitali, nelle femmine la comparsa delle mestruazioni e la crescita del seno - con evidenti conseguenze sul piano concreto: una maggiore semplicita' per un eventuale intervento chirurgico di ri-attribuzione chirurgica del sesso nel caso voglia ricorrere a questo in eta' adulta come e' consentito dalla legge presente nel nostro paese. Molto importanti sono anche per questi giovani gli aspetti sul piano simbolico in quanto possono affrontare in modo piu' sereno lo sviluppo della propria identita'". Saranno molte le questioni aperte su ci si confrontera' domani a Napoli: come ad esempio, fino a che punto sia lecito prendere, d'accordo con i genitori ed avendo studiato con attenzione ogni singolo caso, decisioni cosi' drastiche per un minore. Cosa accade, se crescendo, si pente della decisione presa? Quali possono essere le conseguenze? Sono interventi veramente reversibili? "L'adolescente andra' necessariamente seguito con molta cautela - dice Paolo Valerio - nel suo percorso da psicologi esperti che dovranno di volta in volta valutare con attenzione i rischi e i benefici legati a tali interventi. A tal proposito va precisato che il blocco della puberta' e' un trattamento temporaneo e, come emerge dall'esperienza di molti centri, reversibile. Tale intervento puo' essere portato avanti fino al momento in cui l'adolescente puo' decidere o di sospendere la terapia ormonale e di proseguire il proprio sviluppo secondo il genere concorde con il proprio sesso biologico o di transitare verso terapie ormonali femminilizzanti o mascolinizzanti a seconda dei casi".
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