(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 17 ott. - Il diritto ad avere un'istruzione in Italia non è commisurato ai posti disponibili tra i banchi scolastici. È quanto accade se sei straniero e per giunta minore. Dopo il caso Umar, il ragazzo che a Bologna ha girato per più di un anno diversi istituti prima di trovarne uno, grazie alla denuncia del Corriere della Sera, l'emergenza è diventata sempre più palese agli occhi di tutti. Tanto più adesso che la Prefettura bolognese ha comunicato l'arrivo, entro dicembre, di altri 77 minori per i ricongiungimenti familiari.
Sulla questione del destino che attende questi ragazzi è intervenuta anche l'Asgi, Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione, che da sempre si occupa della difesa dei diritti dei migranti.
"Nei prossimi giorni ci riuniremo come associazione per capire quali iniziative promuovere- dice Nazzarena Zorzella, avvocato e membro dell'Asgi- è impensabile che si continui a vivere in perenne emergenza. In primavera era stato firmato un protocollo per cercare di evitare il ripetersi di queste situazioni. Ma a oggi di concreto sembra non sia stato fatto nulla".
Quest'accordo, "Protocollo per l'accoglienza e l'inclusione degli alunni stranieri", siglato dall'Ufficio scolastico regionale dell'Emilia Romagna e quello territoriale di Bologna prevede l'istituzione di quattro scuole-polo sul territorio della città dove i genitori di minori stranieri possono rivolgersi per chiedere l'iscrizione dei loro figli a scuola. A questo punto l'istituto fa una ricerca sul territorio individuando una sistemazione adatta alle esigenze dell'alunno. Ma a oggi il sistema ha presentato più di una falla.
All'inizio del nuovo anno scolastico erano 33 i ragazzi che erano rimasti senza un banco, situazione che a oggi vede ancora in attesa di un istituto tre alunni delle elementari. "Il problema del malfunzionamento sta nella disorganizzazione e nella mancanza di risorse- continua Zorzella- l'istruzione è un diritto e i ritardi burocratici o le difficoltà dovute al problema della sicurezza nelle classi non possono prevaricare un diritto sancito dalla legge. Noi abbiamo proposto più di una volta di smembrare classi esistenti e formarne due. In questo modo si liberano posti da lasciare liberi nel caso ci siano richieste di iscrizioni di ragazzi stranieri, che in base alla legge possono avvenire durante tutto l'anno scolastico".
A portare avanti la battaglia sulla questione della mancanza di posti per minori stranieri nei diversi istituti, da più di un anno, lavorano anche i ragazzi dell'Osservatorio contro i respingimenti scolastici, una rete di associazioni, scuole di italiano, collettivi e sindacati. Ieri si sono presentati sotto la sede dell'Ufficio scolastico chiedendo di individuare una soluzione a quello che è un problema che si trascina da troppo tempo. Una delegazione ha poi incontrato il vice provveditore, Andrea Panzardi, che ha illustrato la situazione e ha spiegato loro di essere al lavoro per attuare un procedimento che coordini in maniera efficace le scuole polo del primo ciclo e gli istituti superiori. Una risposta che non ha convinto quelli dell'Osservatorio che hanno denunciato come la situazione sia più critica rispetto a quanto risulta dai numeri ufficiali "I tanti casi di ragazzi respinti denunciati dall'Osservatorio- scrivono in una nota- lasciano immaginare che tanti altri episodi simili di dispersione scolastica siano avvenuti e stiano avvenendo in città". (Dires - Redattore Sociale) (Wel/ Dire)