(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 nov. - I quattro miracoli della crescita di ogni essere umano devono tanto alla nutrizione. A sottolinearlo, riportando in primo piano l'importanza di nutrire correttamente il bambino ancora prima della sua nascita, è il Prof. Marcello Giovannini, Presidente della Società Italiana di Nutrizione Pediatrica e Presidente del Congresso MilanoPediatria 2014, che si tiene dal 20 al 23 novembre. I primi 1000 giorni della vita di un individuo, dal concepimento, ai due anni di vita, sono, secondo lo studioso Barker e la teoria del Nutritional Programming, un periodo cruciale per l'intera esistenza dell'individuo. In questo periodo, gli organi e i sistemi del bambino sono particolarmente sensibili a stimoli o a " insulti " precoci che possono " programmare" lo sviluppo futuro dell'individuo e il suo stato di salute. Come affermato anche dalla Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS), i primi due anni dell'esistenza di un bambino sono cruciali anche perché proprio in questo periodo la corretta nutrizione contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare patologie croniche.
La nutrizione ha infatti un ruolo fondamentale perché è uno dei fattori principali in grado di modulare il potenziale genetico e, di conseguenza, la crescita e lo sviluppo dell'individuo. "Nei primi anni di vita- spiega Giovannini- la scelta e il ruolo del latte sono decisivi per la crescita immediata ma anche per il futuro benessere dell'individuo". Il latte materno, insieme a una corretta alimentazione nei primi anni di vita, è un grande protagonista dei "4 miracoli" della crescita, che agiscono sullo sviluppo armonico del bambino.
Crescita fisica, che si traduce in: passaggio da 1 cellula a 500 trilioni nei primi 1000 giorni di vita; lo sviluppo maggiore è di più in questo arco temporale che in tutta la vita. Il latte materno è ricco, tra l'altro, di calcio e proteine che supportano la formazione delle ossa e il loro consolidamento.
-Sviluppo cognitivo: l'80% del cervello di un adulto si forma nei primi 3 anni, durante i quali un bambino apprende 900 parole.
-Il latte materno è una fonte importante di acidi grassi essenziali indispensabili per la crescita del cervello e della facoltà cognitiva.
-Sviluppo del sistema immunitario: nei primi 2 anni di vita si sviluppa l'intestino, uno dei principali organi del sistema immunitario insieme alla flora batterica.
-Il latte materno contiene importanti fattori tra cui le immunoglobuline e i prebiotici che aiutano l'organismo in crescita a proteggersi da batteri, virus e altri agenti causa di malattie.
-Sviluppo del sistema digerente: nei primi anni si forma la capacità di digerire e assorbire gli alimenti.
Il latte materno contiene principi attivi che promuovono lo sviluppo del sistema digerente. Al fine di garantire sempre il latte più adatto al bambino nel corso dei primi 3 anni, l' OMS raccomanda l'allattamento al seno esclusivo per almeno i primi 6 mesi di vita del bambino e comunque il più a lungo possibile, secondo il desiderio di mamma e bambino. In assenza di latte materno, la scelta del latte più indicato, sempre seguendo le indicazioni del proprio pediatra, risulta il latte specifico per l'infanzia. Come sottolinea Giovannini, "è importante ricordare che il bambino non è un 'piccolo adulto' e quindi anche il latte deve essere a misura di bambino.
Il latte vaccino, che ha un contenuto di proteine più alto del latte materno (è destinato alla crescita di un vitellino!) ed è povero di ferro, è il meno indicato per i neonati e i lattanti e non deve essere dato prima dei 12 mesi, secondo quanto consigliato dalla Società Scientifica di Nutrizione Pediatrica in Italia e in Europa. Un atteggiamento ancora più prudente suggerisce di rimandare l'introduzione del latte vaccino dopo i 24 mesi, anche perché è povero di ferro, nutriente indispensabile per lo sviluppo cerebrale e la crescita psicofisica". Rispetto al latte materno, il latte vaccino contiene infatti il triplo delle proteine mentre il ferro che fornisce è molto meno biodisponibile (cioè molto meno assorbibile) rispetto al latte della mamma.
L'introduzione precoce del latte vaccino potrebbe quindi portare ad uno sbilanciamento nella dieta. Esso non risponde infatti, al fabbisogno di un bambino che, comparato a quello di un adulto, necessita di 5 volte in più di ferro, 4 volte in più di calcio e 3 volte in più di acidi grassi polinsaturi, in proporzione al peso. Studi recenti dimostrano che purtroppo molti bambini nella maggior parte dei Paesi europei sono esposti ad un regime nutrizionale squilibrato; recentemente Efsa (l'Autority per la Sicurezza Alimentare) si è espressa indicando il latte di crescita come uno dei possibili interventi nutrizionali dopo l'anno, in grado di riequilibrare carenze ed eccessi potenziali di alcuni nutrienti.
(Wel/ Dire)