Comune sposa il nuovo modello all'aperto in nidi e materne
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 nov. - "La scelta di promuovere l'Outdoor education deriva da indicatori di forte disagio nella vita dei bambini che vivono in città e sono tenuti al chiuso, a scuola, a casa o negli spazi educativi". A dirlo è Roberto Farnè del dipartimento di Scienze per la qualità della vita dell'Università di Bologna che parla di una "emergenza sociale ed educativa". Il tema dell'educazione all'aria aperta sarà al centro del convegno "Outdoor education - L'educazione sicura all'aperto" che, il prossimo 15 novembre, apre la rassegna 'Bologna città delle bambine e dei bambini' promossa in occasione del 25esimo anniversario della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (15-23 novembre).
"I bambini non stanno più all'aperto- continua Farnè- e la conseguenza è una pesante caduta di esperienza e di competenze anche sul piano psicomotorio e cognitivo". Il tema è stato assunto dal Comune di Bologna come percorso educativo nei nidi e nelle scuole d'infanzia del territorio, tanto che sono 14 i nidi che nel 2013 hanno iniziato la formazione (e ora sono al secondo livello) e una ventina tra nidi e scuole dell'infanzia quelli che hanno iniziato quest'anno. In totale si parla di circa 530 persone coinvolte tra educatori e maestre. Obiettivo è fare formazione sull'Outdoor education, riprogettando i giardini delle scuole con materiali naturali e promuovendo un atteggiamento diverso negli adulti che stanno all'aperto con i bambini, genitori compresi. Il problema, infatti, secondo Farné, riguarda gli adulti.
"I bambini fuori stanno benissimo, il problema è degli adulti- dice- dobbiamo allora chiederci cosa è successo negli ultimi 20 anni per essere arrivati a pensare che fuori è pericoloso, che i bambini non possono correre nemmeno un piccolo rischio come quello di cadere e sbucciarsi un ginocchio, che se stanno fuori si ammalano, mentre è vero il contrario, si ammalano di più a stare sempre al chiuso". Il tema è rilevante non solo sul piano educativo, ma anche su quello politico. "Mi piace che i bambini stiano all'aperto ma dove vanno? In quali spazi? E sono sicuri?- continua Farnè- è la politica che deve rispondere pensando a una città a misura di bambino, con spazi in cui i bambini possono andare e stare, non perché ci sono i vigili ma in autonomia".
Il convegno si tiene il 15 novembre al Teatro Testoni Ragazzi (9.30-17.30) ed è promosso da Comune, Università (dipartimento di Scienze dell'educazione e di Scienze per la qualità della vita), Ausl Bologna, Fondazione Villa Ghigi. Il filo rosso che lega gli eventi della rassegna "Bologna città delle bambine e dei bambini" è l'articolo 27 della Convenzione internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza che riconosce "il diritto di ogni fanciullo a un livello di vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale, morale e sociale". Più in generale il diritto di ogni bambino e bambina a vivere bene. "Un diritto che racchiude al suo interno l'idea che noi abbiamo dei diritti dei bambini- ha spiegato Marilena Pillati, assessore alla Scuola- vivere bene non significa solo essere in salute ma anche dare ai bambini la possibilità di leggere un libro, visitare una mostra, vivere all'aria aperta negli spazi di una città che deve essere sempre più a misura di bambino. Con questa rassegna Bologna mostra cosa significa essere dalla parte dei bambini, coinvolgendo tutto il tessuto cittadino".
Oltre al convegno sull'Outdoor education, il 20 novembre si tiene il seminario "25 anni di diritti: il 7° rapporto sulla condizione dell'infanzia e dell'adolescenza" organizzato da Comune, Gruppo nazionale nidi einfanzia e Crc (Save the children), rivolto a un pubbilco adulto (Cappella Farnese, dalle 17 alle 19). Sempre il 20 novembre, ma questa volta dedicato alle scuole primarie, c'è l'incontro "Il cammino dei diritti. Dal libro a un percorso partecipato tra narrazione e figure" (Cappella Farnese, ore 10.30). In calendario poi ci sono tantissime proposte per bambini e ragazzi, anche per i piccolissimi come "La collezione a gattoni. Il Mambo 0-12 mesi" per neonati, un primo incontro con l'arte contemporanea all'insegna dell'accoglienza e della creatività organizzato per il 17 novembre dalle 10 alle 16.
"Creare cultura nell'infanzia significa lavorare con i bambini, con i loro genitori e con gli adulti di riferimento come gli educatori e le maestre- ha affermato Elena Iacucci, del dipartimento Cultura e Scuola del Comune di Bologna - L'obiettivo è far crescere i bambini con gli stimoli di diversi linguaggi che rappresentiamo come città". Per il programma www.comune.bologna.it/bolognacittaeducativa. (Dires - Redattore Sociale) (Wel/ Dire)