(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 nov. - L'ipotesi che vengano dati ormoni ai bambini di tre anni nelle scuole, spinti all'insaputa delle famiglie verso l'omosessualità. E ancora: una presunta rieducazione in campi Lgbt contenuta nel ddl Scalfarotto e la definizione di pedofilia, tra le altre cose, quale metodo pedagogico "ammesso dall'Onu". Sono le accuse lanciate da una docente di Ivrea, che insegna italiano e storia al liceo 'Botta', rappresentante del movimento delle 'Sentinelle in piedi', riportate nella rubrica sul bollettino parrocchiale di Rivarolo Canavese, 'L'angolo della riflessione' in cui spiega, a suo modo, il 'Fenomeno Gender', definito una "strategia volta a favorire una trasformazione antropologica e culturale, con pesanti conseguenze in ambito economico e politico".
Come riportano diversi siti di informazione locale, per la docente l'Oms, l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, prevede "la masturbazione a partire dai tre anni per far sperimentare al bambino nelle scuole materne le proprie pulsioni, così da alimentare l'esperienza omosessuale". Omosessualità e pedofilia accomunate e ammesse anche dall'Onu che le riterrebbe "una delle tante vie per soddisfare il piacere".
L'insegnante, riporta sul sito il Quotidiano del Canavese, "cita poi un passaggio del ddl Scalfarotto in cui sarebbe teorizzato il reato di omofobia, con pene fino a sei anni di carcere e periodi di rieducazione in appositi campi Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) per chi affermi di essere 'a favore della famiglia naturale e contrario alle adozioni di bambini da parte di coppie omosessuali'".
In un altro passaggio, poi, scrive: "In nome del diritto del bambino alla propria autodeterminazione in Inghilterra, ma anche in alcune scuole italiane, si somministrano ormoni affinché venendone ritardata la crescita, abbiano più tempo per decidere. All'insaputa delle famiglie il bambino viene orientato verso l'omosessualità". Dati e fatti che la prof, scrive ancora il Quotidiano del Canavese, afferma di aver letto e trovato "su pubblicazioni e su internet, dichiarandosi pronta a mostrarne le prove". Sulla vicenda il parroco, don Raffaele Roffino, si dissocia da quelle opinioni, ma tiene a rimarcare che "stimolano la riflessione su un tema sul quale ci sono idee diverse", mentre il sindaco, Alberto Rostagno, fa sapere che "ci sono alcuni riferimenti che contengono delle inesattezze e che andrebbero approfonditi attraverso riviste scientifiche.
(Wel/ Dire)