(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 mar. - Il tasso di mortalità infantile italiano, pari a 3,3 per mille, è inferiore a quello medio europeo e compreso tra quello francese e spagnolo. Lo afferma la Confederazione italiana pediatri (Cipe), analizzando il report Istat sulla moralità infantile, che aggiunge: "Permangono alcune differenze tra Nord e Sud: Al sud il decremento è costante, al nord si nota invece un aumento".
Nel 2011, in Italia, si sono registrati "2.084 decessi di bambini sotto i 5 anni di vita- prosegue la confederazione- l'Europa è il continente con l'indice più basso e l'Italia registra un dato inferiore alla media Ue e Usa".
Poco più di un secolo prima, nel 1887, se ne contavano 399.505. Si è passati quindi da 347 decessi per mille nati vivi a circa 4 per mille. "Il confronto con i Paesi in via di sviluppo mette in evidenza che il tasso di alcuni paesi africani è vicino a quello che l'Italia presentava negli anni '30, mentre quello di alcuni paesi asiatici è paragonabile al tasso dell'Italia negli anni '50. Se alla fine dell'800 i bambini morivano principalmente a causa di malattie infettive- precisa l'Istat- oggi il 72% dei decessi è dovuto a condizioni di origine perinatale (48%) e a malformazioni congenite (24%)".
Nel 2011, in Italia, l'85% dei decessi sotto i 5 anni "avviene nel primo anno di vita e la metà delle morti si concentra nei primi sette giorni. Il tasso di mortalità infantile tra i bambini residenti italiani (2,9 per 1.000 nati vivi) è inferiore a quello dei bambini residenti stranieri (4,3)".
La mortalità infantile nel mondo. La Svezia è "il Paese con l'indice di mortalità più basso del mondo (3x1000). Nei paesi del continente africano si osservano invece i tassi più elevati. Somalia, Sierra Leone e Ciad, per esempio, presentano dei tassi coincidenti con quelli che si registrano in Italia tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30 del secolo scorso (tra 170 e 180 decessi entro i primi 5 anni di vita per mille nati vivi): "Si tratta di Paesi profondamente segnati da instabilità politica e conflitti, carenze infrastrutturali e povertà endemica. Migliore è la situazione egiziana, considerando che il tasso è di 22 per mille, valore registrato in Italia nel 1976. I tassi dei Paesi asiatici presentano una situazione migliore rispetto a quelli africani: variano da 22 per mille nel Territorio Palestinese Occupato a 64 per mille in India (paragonabile ai tassi negli anni '50 in Italia). Fa eccezione l'Afghanistan, che ha un tasso di 149 per mille, valore registrato in Italia nel 1934". Nel 2010 i paesi dell'America e dell'Europa presentano in genere "livelli più bassi di mortalità con la Svezia al 3 per mille, Cuba al 6 per mille e Stati Uniti all'8 per mille.
Mortalità infantile più alta al Sud Italia oggi. Nei paesi a sviluppo avanzato si preferisce utilizzare il tasso di mortalità infantile, ovvero la mortalità entro il primo anno di vita, perché la mortalità tra 1 e 5 anni è diminuita notevolmente. "In Italia, infatti, la percentuale di decessi tra 1-4 anni sul totale dei decessi sotto i 5 anni, è passata dal 42% nel 1895 al 15% nel 2011. Il tasso di mortalità infantile italiano, pari a 3,3 per mille, è inferiore a quello medio europeo e compreso tra quello francese e spagnolo. Permangono, però, delle differenze territoriali tra il Nord e Sud Italia. Infatti, nel Sud il tasso di mortalità infantile risulta più alto rispetto a quello del Nord, ma al sud il decremento è costante ( dal 3,9 del 2009 al 3,8 del 2010 ,al 3,6 del 2011) , mentre al nord si nota un nuovo aumento (dal 3 per mille del 2010 al 3,2 del 2011 )".
Le cause di decesso. Nel 2011 "l'81% dei decessi avviene per condizioni morbose che hanno origine nel periodo perinatale (56%) e per malformazioni congenite o anomalie cromosomiche (25%). Tra le condizioni perinatali, la sindrome da stress respiratorio neonatale è sicuramente una delle principali cause di morte- conclude la Cipe, riprendendo il report Istat- la cui incidenza è inversamente proporzionale all'età gestazionale e al peso alla nascita". Tra le malformazioni congenite, circa "il 55% è rappresentato da malformazioni al sistema circolatorio. I decessi dovuti alla Sindrome della morte improvvisa infantile (Sids) rimangono costanti nel tempo, rappresentano circa l'1% delle morti sotto l'anno di vita".
(Wel/ Dire)