Per riforma welfare: linee guida e recepimento legge 328
(Dire - Notiziario Minori) Roma, 14 mar. - In Italia tra il 2011 e il 2012 "solo 155.204 bambini sono stati iscritti negli asili comunali. Dunque 201mila in totale sono stati gli utenti iscritti tra il pubblico e il privato, che corrispondono a un 13% contro l'obiettivo preposto del 33% di posti da raggiungere". Questi i numeri forniti da Rita Visini, assessore alle Politiche sociali e Sport della Regione Lazio, in occasione dell'incontro promosso in Campidoglio dal consigliere comunale Valentina Grippo, sulla necessità di sviluppare nuovi modelli e servizi per il sostegno alla genitorialità e alla prima infanzia nell'Anno Europeo della Conciliazione.
Un'Italia a macchia di leopardo per quanto riguarda l'accesso al nido: "Passiamo dal 27% dei bambini in Piemonte al 2,5% della Calabria. Il Lazio invece ha un 16% di piccoli che trovano posto in asili nido, di cui 17mila e 500 in quelli comunali. Il 27% però rimane in lista di attesa". Da qui il bisogno di proporre innovazione in due macroaree: asili nido e servizi integrativi nella prima infanzia.
"Nel nostro Paese- prosegue Visini- abbiamo un tasso di natalità tra i più bassi del mondo, il più basso tasso di occupazione femminile in Europa e un numero insufficiente di servizi per la prima infanzia. Esiste, in sostanza, un forte divario tra la maternità realizzata e quella desiderata".
L'obiettivo è realizzare una riforma dell'infanzia, come? "Abbiamo portato in Consiglio la proposta di recepimento della legge 328 per riformare completamente il welfare regionale. Una legge- fa sapere l'assessore- che va ritoccata perché è superata in alcuni passi, prestando più attenzione alla natalità, al welfare e alla sussidiarietà. Dobbiamo partire dai più piccoli perché è da loro che si sviluppa la politica dell'inclusione e dell'uguaglianza. I bambini sono cittadini".
I cambiamenti del mercato del lavoro, con le donne lavoratrici, e dell'economia, con la società della conoscenza, "sono leve decisive per il welfare- afferma- investiamo allora sui bambini e sull'infanzia attraverso una lotta alla disuguaglianza e dando un sostegno decisivo alle donne e ai genitori". Visini ribadisce la "necessità di avere più politiche pubbliche e più politiche nuove. Un'esigenza condivisa da tutti i sindaci e gli assessori delle province e dagli operatori del terzo settore. Con la giunta regionale stiamo lavorando a una legge di riforma per l'infanzia e stiamo per pubblicare le linee guida che sottendono a questa legge di riforma". Sono due i principi su cui si basa tutto il lavoro: "Carattere educativo dei servizi e diritto di ogni bimbo ad accedervi- chiarisce l'esponente regionale- i servizi per l'infanzia devono essere intesi come una struttura educativa. Inserire il nido nel primo livello educativo significa ridefinirlo". Si tratta quindi di una legge che sarà uguale per gli asili pubblici e privati: "Parliamo di sistemi territoriali integrati e di servizi per l'infanzia di qualità- aggiunge- ma è anche una legge che dovrà stabilire criteri di monitoraggio e controllo di qualità per avviare procedure certe di autorizzazione e accreditamento".
Un sistema di servizi socioeducativi è "un investimento reale sulla famiglia, che si deve presentare come un sistema integrato e plurale nella gestione e flessibile nell'offerta, attraverso asili aziendali, nidi familiari e tanto altro ancora". Visini conclude: "Definite le linee guida lavoreremo con tutti gli operatori per costituire una legge che sintetizzi gli interessi di tutti: famiglie bambini e lavoratori. Il compito dell'istituzione è avviare una dialettica che possa portare a una sintesi".
(Wel/ Dire)