16 mila euro per una stanza dove giocare tra una seduta e l'altra
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 mag. - 'Spazio bimbi Montecitorio' aprirà a giugno. Ma guai a chiamarlo "asilo nido", precisano, perché non lo è. Si tratta "di uno spazio" dove parlamentari "mamme e papà" potranno passare un po' di tempo con i loro figli, tra una seduta e l'altra. Nel mentre, gli 'onorevoli pargoli' saranno affidati "a una persona di fiducia dei genitori" che non percepirà alcuna retribuzione dal Parlamento. Il via libero definitivo è arrivato dall'ufficio di presidenza di Montecitorio. Al termine, la vicepresidente della Camera Marina Sereni (Pd) spiega: "Non si tratta di una vera e propria ludoteca o di un asilo, per il quale sarebbe necessaria una struttura ad hoc con permessi specifici; piuttosto, sarà uno spazio di ospitalità per rendere più facile ai genitori vedere i propri figli a Montecitorio".
L'idea è quella di permettere a onorevoli mamme e papà, tra una seduta e l'altra, di giocare con i propri figli. I due spazi destinati necessitano di una "piccola ristutturazione per rendere questi locali adeguati a ospitare le creature. La spesa è minimissima- assicura Sereni- 16mila euro, già stanziati per la manutenzione della Camera. Non c'è un onere permanente a spese di Montecitorio, perché i bambini vanno custoditi e intrattenuti da persone che non hanno nulla a che fare con la Camera".
Un locale si trova "al piano basamentale in via della Missione n.8. Ci saranno un fasciatoio e uno spazio per l'allattamento dei bimbi. Erano dei bagni che sono stati aggiustati per ospitare le mamme per l'allattamento. Fino a oggi- ricorda Sereni- c'era una stanzina sul retro dell'aula, ma quello spazio è inidoneo perché oggi le mamme sono tante".
Lo 'spazio bimbi Montecitorio' vero e proprio, però, si trova in un palazzo esterno, a pochi passi dalla Camera: "Sono 120mq, due stanze- spiega ancora Sereni- a Palazzo Theodoli, a fianco della libreria della Camera. Uno spazio autogestito, per favorire la frequentazione con le mamme più spesso perché per ora questi bambini vengono intrattenuti negli uffici e non è una bella situazione".
Con i tempi che corrono, però, questo 'spazio bimbi' non rischia di essere additato come l'ennesimo privilegio dei parlamentari? "Non mi sembra un privilegio- risponde l'esponente del Pd- ma un servizio minimo, un segno di civiltà. Stiamo semplicemente mettendo in condizione le colleghe di fare le deputate e le mamme. Stiamo parlando di persone che non sono residenti a Roma e quindi o decidono di lasciare il figlio nella città di origine oppure lo tengono qui per vederlo qualche ora durante la giornata. Nel momento in cui si sostiene che donne e uomini debbano poter partecipare alle politica bisogna fare i conti con la realtà e la realtà è che donne giovani fanno i bambini". Insomma, riassume, l'idea è di consentire alle parlamentari di "esercitare pienamente la loro funzione di deputate pur essendo mamme". Da qui l'idea di una baby area bipartisan. O quasi: "Questa esigenza è stata espressa da colleghe di tutti i gruppi, ma non dalla Lega- sorride Sereni- perché sono gli unici che non hanno le donne...".
Tempo fa, le dipendenti del Parlamento avevano avanzato la richiesta di un asilo nido aziendale. Lo spazio sarà aperto anche a loro? "Le dipendenti non hanno bisogno di questo genere di spazio- precisa Sereni- perché loro chiedono un vero e proprio servizio, in particolare nel periodo in cui sono chiusi gli asili. E' un tema più complesso, mentre noi abbiamo intrapreso una strada più modesta. Ma se lo chiedono, lo spazio può essere aperto anche ai dipendenti".
(Wel/ Dire)