(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 9 mag. - Rivendicano il "diritto sacrosanto" di conoscere le proprie origini: sono gli adottati non riconosciuti alla nascita, che per la legge attuale (art. 28 della Legge sull'adozione 184/83), non possono ricorrere al tribunale, per conoscere l'identita' dei genitori biologici, prima che siano trascorsi 100 anni dalla loro nascita. Qualcosa, pero', ora potrebbe cambiare. Una recente sentenza della Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la "irreversibilita'" del segreto del parto perche' contrasta con gli articoli 2 e 3 della Costituzione; inoltre tra le proposte di legge che intendono modificare l'attuale normativa nella parte che riguarda le modalita' di accesso all'identita' dei genitori biologici, quattro mirano ad abbassare da 100 a 25 anni (come per i minori adottati riconosciuti) l'eta' per ricorrere al tribunale e prevedono che il Tribunale dei minori su richiesta del figlio, possa rintracciare e interpellare la madre per verificare se voglia rinunciare all'anonimato attraverso una "revoca del diniego". E' ripartita la discussione parlamentare sull'accesso all'identita' delle donne che si sono avvalse del diritto alla segretezza del parto, con l'audizione in Commissione Giustizia delle associazioni e delle parti interessate, tra cui il Comitato nazionale per il diritto alle origini biologiche, nato nel 2008 per sostenere la modifica alla normativa vigente in favore di figli non riconosciuti. In occasione della ripresta dell'iter parlamentare e dell'audizione, si sono ritrovati a Roma figli adottivi, oggi adulti, e genitori naturali che si battono contro quella che definiscono la ''punizione dei 100 anni''.
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)