(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 27 giu. - Acqua pulita e servizi igienici sono al centro della risposta umanitaria dell'UNICEF per i bambini e le famiglie colpite dal conflitto in corso in Iraq. A causa dell'ultima crisi, iniziata lo scorso 11 giugno, si stima che circa 500.000 persone siano sfollate, di cui la metà bambini.
Negli ultimi giorni, l'Unicef ha coordinato alcune missioni per supportare le autorità locali con immediate valutazioni e approvvigionamenti con interventi salva vita. Team dell'UNICEF ha raggiunto i bambini e le famiglie a Sinjar e Tel Keif, solo a pochi chilometri dalla linea di frontiera di Mosul. L'UNICEF ha consegnato oltre 70.000 litri di acqua potabile, 5.000 pacchetti di cibo e 3.500 kit igienici, oltre a materiali ricreativi per circa 15.000 bambini, molti dei quali destinati a minoranze particolarmente vulnerabili. Domenica, una missione congiunta coordinata dall'UNICEF con IOM e UNHCR ha raggiunto Kirkuk, dove in un confronto con i leader a livello provinciale, sono state evidenziate le urgenti azioni da fare per portare aiuti nei prossimi giorni.
"L'UNICEF sta guadagnando l'accesso per raggiungere i bambini in aree difficili, compresi molti bambini di minoranze svantaggiate. Siamo incoraggiati nell'essere riusciti a raggiungere migliaia di bambini in territori contesi con interventi salva vita", ha detto Marzio Babille, Rappresentante UNICEF in Iraq. Allo stesso tempo, Babille ha ricordato che le condizioni dell'Iraq stanno cambiando con la situazione politica e umanitaria e c'è ancora molto da fare. "Questa crisi sta mettendo a dura prova i nostri sforzi umanitari e le nostre risorse finanziare" ha detto Babille.
"Siamo grati a tutti i nostri donatori che hanno dato il proprio sostegno, ma abbiamo chiaramente urgente bisogno di molto altro supporto per poter essere in grado di dare un sufficiente aiuto ai bambini e alle loro famiglie. Per questo guardiamo con attenzione alla generosità della comunità internazionale".
La recente crisi in Iraq arriva dopo altre sfide che il paese ha dovuto affrontare, compresi sfollamenti di massa di popolazioni dalla provincia dell'Anbar occidentale, il riemergere della polio dopo 14 anni e l'afflusso di rifugiati dalla vicina Siria. La crescente complessa situazione sta mettendo ancora più pressione alle famiglie ospitanti, le cui risorse economie stanno diminuendo giorno dopo giorno. La mancanza di carburante sta avendo grandi conseguenze sulla distribuzione dei servizi di base (elettricità e pompaggio dell'acqua), mentre il prezzo di prodotti di base continua a crescere, con particolare impatto sulle famiglie più povere, comprese quelle sfollate.
(Wel/ Dire)