(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 giu. - "Ogni figlio che nasce costituisce un impoverimento del 20% del bilancio familiare. In mancanza di politiche solide di conciliazione lavoro-famiglia, le donne non sono incoraggiate a correre il rischio di perdere il lavoro". Parte da qui la riflessione di Paola Binetti, deputato Udc, commentando i dati Istat su una "tendenza che in Italia c'è da diversi anni": il calo delle nascite. "Non riusciamo a creare una normativa che sia veramente a favore delle famiglie e soprattutto delle famiglie giovani- precisa l'esponente della commissione Affari sociali della Camera all'agenzia Dire- mancando politiche del lavoro che permettano loro di andare incontro a una sicurezza nel futuro".
IL RISULTATO DI UNA POLITICA MIOPE - "Ci troviamo davanti a una politica miope che non mette la famiglia al centro dell'attenzione. Oggi dobbiamo ricordare al sistema sociale che i figli sono la vera scommessa positiva per il futuro- prosegue il deputato- e che le campagne per ridurre i consumi sono la conseguenza di una cultura poco aperta alla genitorialità. Ho presentato diversi disegni di legge per attivare delle politiche positive di incremento delle nascite- rammenta Binetti- che sono stati incardinati in diverse commissioni ma mai messi all'ordine del giorno e discussi. Mi auguro che questo dato faccia riflettere tutto il Parlamento, affinché assuma quella responsabilità positiva che lo porti a mettere al centro del dibattito la necessità di ringiovanire il Paese. In Italia gli anziani vivono a lungo e abbastanza bene, anche se pure in questo ambito si potrebbe fare di più, ma sono le politiche destinate alle famiglie giovani ad essere chiuse nel cassetto da troppi anni".
I FIGLI RIMETTONO IN MOTO I CONSUMI- "Per rimettere in moto la macchina dell'intero sistema dei consumi del Paese occorre fare figli. Nelle famiglie in cui nascono bambini si creano nuove necessità strutturali- sottolinea il neuropsichiatra infantile- che proprio la crescita e lo sviluppo dei figli comportano. Sono persone in più che mangiano, si vestono, si spostano con i trasporti pubblici e si iscrivono a scuola. Tutto questo crea un volano positivo nell'economia, spostando il peso dei consumi dai beni superflui a quelli necessari come la casa, l'alimentazione, i trasporti, la scuola e la sanità".
L'APPELLO DEL PAPA- "I figli sono il migliore investimento per la stabilità delle famiglie, la coesione interna e la capacità di andare oltre i propri egoismi e le proprie autoreferenzialità. Un Paese che si rinnova attraverso le nuove generazioni vive meglio proprio perché sa riscoprire la voglia di proiettarsi verso il bene comune". Con questo pensiero Binetti ricorda l'appello del Papa di due settimane fa sul 'No a sposi che preferiscono i cani e i gatti anziché avere i figli'. "Credo che le sue parole- spiega l'onorevole- si riferissero proprio alla necessità di aprirsi alla natalità non solo da un punto di vista economico. Una famiglia non aperta alla genitorialità si pone naturalmente sulla soglia di una crisi che potrebbe esplodere sempre- afferma l'esponente Udc- poiché ognuno dei suoi membri è troppo concentrato su di se, sul proprio lavoro, sul proprio successo personale e sulle proprie prospettive. I figli cementano la capacità di avere un progetto comune- conclude Binetti- la famiglia è il luogo principale in cui si scopre il valore della fede, della speranza e dell'amore reciproco".
(Wel/ Dire)