(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 giu. - "Troppo lontani gli obiettivi europei nelle politiche dell'infanzia. Troppo scarsi i servizi per l'infanzia a cominciare dagli asili nido: il settimo rapporto del Gruppo CRC sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia ci dice che il nostro "non è un Paese per bambini". Vincenzo Spadafora, Garante nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, unisce una visione a lungo periodo con l'amarezza del presente. Dice infatti: "Se davvero il mondo delle istituzioni partisse da queste analisi dove c'è tanto, non tutto, sarebbe più facile individuare le priorità ed agire subito. Sul tema dei diritti dell'infanzia c'è un arretramento spaventoso...Girando il paese trovo un'Italia sofferente, che fa fatica ad a andare avanti. Abbiamo necessità di restare uniti e di vedere un cambio di passo vero nel governo e nelle istituzioni. Cambio di passo che si fa aspettare".
Alla notizia della firma del decreto per la ricostituzione dell'Osservatorio nazionale infanzia, Spadafora ricorda l'urgenza di lavorare al piano nazionale infanzia: "Da tempo lamento la necessità di un coordinamento delle politiche zero-diciotto e l'Osservatorio è la sede ideale. Nonostante la difficoltà che stiamo vivendo, molto è stato fatto, soprattutto dalle associazioni che spesso si sono costrette a sostituirsi alle istituzioni, e questo non è un bel segnale. Entro settembre vogliamo portare al governo una proposta sui livelli essenziali delle prestazioni, sulla quale confrontarci. Abbiamo anche avviato un monitoraggio delle case famiglia, coinvolgendo le Procure sul modello di quello seguito dal Garante del Lazio. Mi auguro che questo lavoro ci possa dare numeri attendibili. Stiamo anche lavorando sugli standard perché ogni regione ha i suoi e spesso li definisce in modo diverso".
Il Garante però segnala il momento particolare vissuto dall'Authority: "Noi siamo un'anomalia e non lo dico per fare il pianto ma per rispondere alle aspettative: negli ultimi cinque mesi vari provvedimenti governativi hanno reso più difficile la nostra attività. Noi abbiamo nove persone più un dirigente. Da due settimane è stata annullata la possibilità di avere il supporto di professionisti esterni. Abbiamo subito un'ulteriore riduzione di budget: siamo arrivati a 700mila euro mentre altre authority hanno minimo 150 persone e budget plurimilionari.
Purtroppo ci troveremo costretti a ridurre le iniziative e gli interventi. Grazie al lavoro di questi due anni, le aspettative sono cresciute non solo perché sempre più persone conoscono la nostra esistenza, ma perché vedono il lavoro che stiamo facendo".
(Wel/ Dire)