Accolta "con soddisfazione" prima campagna partita da Addis Abeba
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 6 giu. - L'Unicef e l'Unfpa hanno accolto con soddisfazione la prima campagna dell'Unione Africana contro i matrimoni precoci, lanciata ad Addis Abeba.
Questa pratica ha negato l'infanzia ad oltre 17 milioni di ragazze - 1 su 3 - in tutto il continente. A livello globale, 9 paesi su 10 con il più alto tasso di matrimoni precoci si trovano in Africa - Niger (75%), Ciad e Repubblica Centrafricana (68%), Guinea (63%), Mozambico (56%), Mali (55%), Burkina Faso e Sud Sudan (52%) e Malawi (50%).
"Abbiamo ascoltato persone provenienti dall'Africa interessate a far crescere la loro voce. Ciò a cui abbiamo assistito è un ampio movimento collettivo di leader e organizzazioni che dicono No ai Matrimoni Precoci", ha dichiarato Martin Mogwanja, vicedirettore Esecutivo dell'Unicef che ha parlato da Addis Abeba. "Questa spinta degli Africani per gli Africani non deve fermarsi fino a quando ogni ragazza in ogni famiglia e in ogni comunità non avrà il diritto di raggiungere il suo diciottesimo compleanno prima di sposarsi". Attraverso la società civile sono state fatte pressioni sulla problematica dei matrimoni precoci per molti anni. È la prima volta che un così grande numero di funzionari del governo, delle organizzazioni, delle agenzie delle Nazioni Unite e di singoli individui, compresi giovani e bambini, promettono insieme di porre fine a questa pratica.
"I dati parlano chiaro: il matrimonio precoce è prima di tutto una grave minaccia per la vita delle giovani ragazze, per la loro salute, le prospettive future e rappresenta una violazione dei loro diritti umani fondamentali", ha detto Julitta Onabanjo, Direttore Regionale UNFPA per la regione dell'Africa Orientale e Meridionale.
"Il costo dello stare fermi, in termini di diritti non realizzati, delle potenzialità personali e la perdita di opportunità per lo sviluppo, supera di gran lunga il costo degli interventi. Insieme possiamo porre fine ai matrimoni precoci, questo sta accadendo in Etiopia, Malawi, Niger e in molti altri paesi".
La campagna durerà, inizialmente, per un periodo di due anni con lanci a livello nazionale promossi in 10 paesi. Altri paesi stanno iniziando a condividere il movimento. Gli impegni per la definizione delle politiche e gli impegni della popolazione hanno l'obiettivo di aumentare la consapevolezza dell'impatto dei matrimoni precoci nel continente e nelle società. Quando una bambina si sposa spesso proviene da una famiglia ai margini della società. Forti impegni politici per adottare leggi appropriate e misure a livello istituzionale, sociale ed economico sono necessari per mettere fine a questa pratica.
"Ho subìto un matrimonio forzato e ho sofferto molto", ha detto Barira, ora 17 anni, fuggita dopo esser stata sposata con un uomo in Niger all'età di 15 anni. "Mi minacciava per qualsiasi cosa ogni volta che aprivo la bocca. Sono fuggita. Ho incontrato delle persone sulla strada che mi hanno riportato dai miei genitori; volevano che tornassi indietro e che vivessi con lui, ma mi sono rifiutata. Insistevano, sostenendo che fosse un membro della famiglia e che io non ero nella condizione di poter dire no. Non ho potuto accettarlo, mi picchiava.. E' stato molto difficile".
Oltre a Unfpa e Unicef, la Campagna ha anche un gran numero di partner, comprese: la Fondazione Ford, UNECA, Save the Children, Plan International, Africa Child Policy Forum (ACPF) e il Dipartimento del Regno Unito per lo Sviluppo Internazionale.
(Wel/ Dire)