(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 gen. - Per piu' di 150 giovani che hanno compiuto reati si e' attivato in 30 mesi positivamente il sistema di giustizia riparativa della citta' che li ha reso partecipi di diverse attivita': nella cura degli orti e delle piante, nel servizio alle persone anziane, nell'impegno a favore di persone con disabilita', nell'animazione di minori e nei campi internazioali di volontariato".
Nell'aula magna del liceo classico G. Meli, frequentato da 1340 ragazzi, si e' concluso, infatti, il progetto "Centro di Giustizia Riparativa per minori in ambito penale", finanziato dal Comune di Palermo con fondi della legge 285 e realizzato dalla partnership costituita dall'istituto Opera Don Calabria, dall'associazione Inventare Insieme, dal circolo culturale Nuova Societa' e dall'Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni (Ussm) di Palermo del Ministero della Giustizia con la collaborazione dell'associazione InformaGiovani. L'evento, oltre ad informare sui percorsi riparativi realizzati dai giovani presi in carico dall'Ussm di Palermo, ha avuto come protagonisti anche tre ragazzi che hanno effettuato attivita' di riparazione simbolica del danno.
Il primo a parlare in un video e' Giuseppe. "Prima ero un ragazzo ansioso, aggressivo e insoddisfatto - dice -. Proprio per questo ho deluso con le mie azioni le persone piu' care. Adesso, dopo il percorso che ho fatto mi sento libero e felice di pensare ad altro. Ai miei coetanei dico di non cadere in brutte situazioni perche' si rischia di perdere le persone che vuoi bene". Subito dopo a dare la testimonianza sulla sua esperienza e' Musa, un ragazzo serbo di 19 anni. "Ho fatto tante attivita' - dice -. A Milano ho lavorato con i ragazzi disabili. All'inizio avevo paura ma poi, capendo la mia fortuna di avere la salute, ho fatto tante cose con loro. Ho anche fatto l'esperienza di testimoniare nelle scuole l'importanza di non compiere reati che, per alcune stupidaggini, ti fa buttare via la liberta'". Cristian invece ha parlato della sua attivita' svolta in un vivaio di Palermo gestito da una comunita' con giovani con disagio psichico. "E' stata per me un'esperienza molto bella che mi ha insegnato tanto. Ho anche capito quanto e' importante non commettere reati perche' non e' strada che spunta e, soprattutto ti allontana dagli affetti".
"La scelta di un liceo cittadino per la restituzione dell'esperienza - dice Salvo Chiaramonte, preside del liceo Meli - e' particolarmente significativa, sia per la rilevanza del ruolo formativo ed educativo che esso riveste, sia per la vicinanza anagrafica ed emotiva tra i ragazzi"."Questo e' uno tra i progetti piu' importanti che l'ufficio ha promosso e ha porta avanti con grande entusiasmo - afferma Rosalba Salierno direttore dell'Ussm -. Noi abbiamo avuto ragazzi che, attraverso quest'attivita' riparativa non solo hanno ricucito il legame, interrotto dal reato, con la comunita' ma sono riesciti ad avere un beneficio molto forte in termini di cambiamento della propria persona. Il servizio di aiuto che svolgono a favore degli altri li aiuta, gradualmente, a ritornare in se stessi in una dimensione di relazionalita' con l'altro che li porta a cambiare il loro comportamento". "Tendiamo a coinvolgerli in attivita' che hanno una diretta relazione con il reato che commettono - continua la direttrice dell'Ussm - e, quando questo non e' possibile, li impegniamo in attivita' in cui c'e' una relazione sul significato che loro attribuiscono alla loro azione deviante per cui, a volte, aiutando l'altro (anziani, minori nei centri sociali ecc.) sperimentano le parti veramente positive di se', rendendosi conto di quanto la loro autostima cresce sempre di piu' nel ritorno che hanno in termini di affetto, di considerazione e di riconoscimento sociale".
"In questi 30 mesi di attivita' - sottolinea Giuseppe Mattina dell'istituto Opera Don Calabria - in molti ragazzi sono stati innescati processi di cambiamento considerevoli. Sicuramente i risultati si vedono sul piano dei cammini educativi di questi giovani. L'obiettivo piu' grande e' adesso quello di istaurare sistemi riparativi a livello di giustizia anche in senso piu' ampio. L'obiettivo e', infatti, che per chi commette un reato, oltre al processo educativo, si attivi anche un meccanismo di sostegno e di recupero della famiglia ma anche del contesto territoriale in cui vive il giovane a scuola e nel posto di lavoro. In questo modo il ragazzo impara a recuperare il rapporto con tutto la comunita' non solo privata ma soprattutto pubblica".
"Questo naturalmente richiede un processo di collaborazione importante con altre istituzioni: servizi sociali e Ussm - continua Giuseppe Mattina -. In questo momento all'Ussm sono seguiti circa 1400 ragazzi, la maggior parte di loro. oltre ad avere un'attivita' tipica del servizio della giustizia minorile e' in collegamento con alcune associazioni di una rete ampia del privato sociale che li impegna in vario modo".
Delle esperienze dei campi di volontariato internazionale ha parlato invece Pietro Galluccio di InformaGiovani. "Uno dei nostri punti di forza e' sempre stato il fatto di mettere insieme tanti giovani con esperienze sociali e culturali molto diverse accogliendo anche coloro che fanno il percorso di giustizia riparativa - dice -. Creare scambi e interazioni positive, e' per tutti molto arricchente perche' si conoscono gli aspetti positivi gli uni degli altri".
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)