(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 24 gen. - Dove giocano i bambini italiani? A questa domanda cerchera' di rispondere l'Azione cattolica ragazzi che, assieme al Cnr, ha dato il via al progetto "Dove andiamo a giocare?".
Un progetto affidato ai piu' piccoli: una grande indagine e ricerca sul territorio per scoprire proprio dove giocano i bambini e i ragazzi d'Italia."L'articolo 31 della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia sancisce che 'gli Stati riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attivita' ricreative proprie della sua eta' e a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica' - afferma l'Acr -. Se leggiamo questo passaggio della Convenzione in inglese, la lingua madre in cui e' stata scritta, troviamo che cio' che e' stato tradotto con 'dedicarsi' e' in realta' un verbo molto piu' forte: to engage, cioe' impegnarsi. Ci si deve impegnare nel gioco"."Ci e' parso importante domandarci allora dove giocano i bambini oggi. Quanti e quali spazi usano e hanno a disposizione nella nostra Italia del 2014 dentro e fuori dalle mura domestiche" racconta Anna Teresa Borrelli, responsabile nazionale dell'Acr.
Obiettivo dell'iniziativa e' fotografare attraverso il punto di vista dei piu' piccoli il mondo del gioco, individuare gli spazi in cui oggi e' piu' consueto e facile vivere l'esperienza del giocare, analizzando quanto e come parchi pubblici, cortili, strade sono ancora luogo di ritrovo e divertimento. Dare la parola ai ragazzi, ascoltarli e offrire loro questa occasione per esprimere la loro partecipazione alla vita pubblica delle nostre citta' e paesi e' un modo privilegiato per affermare che non c'e' gioco senza loro.
Nella progettazione e nell'elaborazione di questa idea l'associazione ha trovato un grande aiuto nel professor Francesco Tonucci, responsabile del progetto internazionale "La citta' dei bambini" del Cnr, che cosi' definisce il verbo giocare: "Vuol dire uscire di casa, possibilmente senza un adulto di controllo, incontrarsi con un'amica o un amico, decidere con lei o con lui il gioco da farsi convenendo le regole, trovare un luogo adatto a quel gioco e dare a quel gioco un tempo libero. In genere, se queste sono le condizioni poi non si vede l'ora di tornare a casa e raccontarlo alla mamma e al papa' e possibilmente l'indomani ai compagni di scuola e alla maestra".
A conclusione dell'indagine, i promotori si augurano che i dati raccolti ed elaborati possano essere strumento significativo che le istituzioni nazionali che si occupano dei diritti dell'infanzia possano usare per ragionare con l'Ac su che cosa c'e' ancora da fare per rendere piu' accessibile a tutti il diritto al gioco."Invitiamo quindi tutti i gruppi Acr d'Italia a partecipare all'indagine attraverso la compilazione di un semplice questionario che e' disponibile sul sito internet dell'Acr www.acr.azionecattolica.it", conclude la segreteria nazionale dell'Azione cattolica ragazzi.
Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)