(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 feb. - I giovani dell'istituto penale minorile di Nisida, Napoli, diventeranno parrucchieri. Succede grazie a un corso di formazione promosso dall'associazione Il carcere possibile onlus con la Confederazione artistica e tecnica (Cat) del Coiffure di Napoli e la Confederazione mondiale della Coiffure.
Il corso avra' una durata massima di 6 mesi e si articolera' in due livelli: il corso dei primi tre mesi varra' un attestato di primo livello in colorometria; mentre il corso di sei mesi portera' al conseguimento di un diploma di secondo livello in taglio e acconciatura.I ragazzi che avranno conseguito il diploma di secondo livello, avranno la possibilita' di essere assunti dal club di formazione Fashion Mix, associato alla Cat Italia. "Una concreta opportunita' d'inserimento sociale e di guadagno legale - spiegano gli organizzatori - Il progetto non comportera' alcuna spesa, in quanto gli insegnanti svolgeranno le lezioni a titolo di volontariato e gli strumenti da lavoro, necessari per la realizzazione del corso, saranno offerti da Gianni Barrese, direttore della Diffitalia Group S.r.l.".
L'associazione Il carcere possibile e' impegnata in prima linea a fianco dei detenuti per riformare le leggi vigenti affinche' siano piu' etiche e sensibilizzare l'opinione pubblica alla questione delle carceri. "La difficolta' maggiore che s'incontra nell'affrontare le problematiche relative alla detenzione - spiega il presidente Riccardo Polidoro - e' l'assoluto disinteresse dell'opinione pubblica all'argomento. Il sovraffollamento, le disastrose condizioni degli istituti, le continue morti eisuicidi, non destano allarme, ma anzi si ritiene che si esce troppo presto dalcarcere, laddove, invece, si vorrebbe 'buttare la chiave'. Non si puo' ignorare tale circostanza, se davvero si vuoleilnecessario e indispensabile consenso, per modificare la vergognosa situazione delle nostre prigioni per la quale la Corte Europea ci ha piu' volte condannati e, ultimamente, diffidato a trovare soluzioni entroil24 maggio 2014"."In realta' - prosegue l'avvocato Polidoro - in Italia non vi e' un'etica della pena, nel senso che essa e' 'incerta' e 'ingiusta'. Le proposte di riforma devono necessariamente partire da tale dato e mirare ad una pena scontata in maniera legale, cosi' come previsto dalla nostra Costituzione e dall'ordinamento penitenziario, che risponda anche all'irrinunciabile principio della certezza della pena. Il nostro legislatore,alfine di ridurreitempi di una pena scontata in violazione di legge, ricorre a riduzioni della sanzione che, a volte, non rispondonoaldettato normativo e che trovanoilgiusto dissenso dell'opinione pubblica".
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