Tavolo tecnico Ido a Roma con Labtalento-Universita' Pavia
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 28 feb. - "I bambini plusdotati rispetto ai loro compagni di età sono più avanti del 30% in molte aree già prima della scolarizzazione, tranne che per lo sviluppo motorio. Si differenziano dai loro pari perché possono avere in una delle seguenti aree una maggiore abilità intellettiva generale, una specifica attitudine accademica, pensiero creativo, arti visive e dello spettacolo, talento sportivo e capacità di leadership. Ma il 20% di questi minori brillanti però è affetto da 'perfezionismo cattivo' o disfunzionale". A spiegarlo è Maria Assunta Zanetti, responsabile dello staff scientifico di Labtalento, il Laboratorio di ricerca e intervento per lo Sviluppo del Potenziale, del talento e della Plusdotazione dell'università di Pavia che sabato relazionerà al seminario tecnico promosso a Roma dall'Istituto di Ortofonologia.
L'iniziativa punta a favorire lo sviluppo del potenziale individuale di ognuno di questi minori, stimolando una didattica attiva che privilegi l'adozione di strategie di problem solving e risponda alla necessità di sfide cognitive che questi soggetti richiedono.
"Una ricerca sana dell'eccellenza- prosegue la docente in psicologia dello sviluppo e dell'educazione- significa fare il meglio che si può con i propri modi e tempi, una ricerca esasperata della perfezione, invece, lascia insoddisfatti e frustrati producendo stress". Labtalento propone allora nelle scuole attività di ricerca e intervento per riconoscere e valutare il potenziale; sostenere le famiglie nel percorso di crescita dei bambini ad alto potenziale; offrire alle scuole supporto e aiuto nella gestione delle dinamiche sociali e relazionali, con particolare attenzione alle implicazioni didattiche; implementare le attività di ricerca per una maggiore comprensione della plusdotazione e diffondere una maggiore conoscenza della tematica.
"Avere a che fare con questi bambini può essere molto frustrante per un'insegnante- fa sapere l'esperta- perché oggi non sembrano ancora preparati ed equipaggiati ad affrontare i bisogni speciali di questi studenti e contribuire al pieno sviluppo del loro potenziale. Gli studenti ad alto potenziale hanno bisogno di sfide che permettono loro di sperimentare e riconoscere le proprie abilità".
Il tema dell'alto potenziale merita allora "di trovare attenzione non soltanto in ambito pedagogico e della ricerca psicologica, ma anche in quello delle politiche educative e dell'istruzione. La politica- conclude Zanetti- deve contribuire ad operare un vero cambiamento di mentalità per offrire adeguate risposte e sostenere lo sviluppo del capitale umano".
(Wel/ Dire)