MINORI. Adozioni, proposte della relazione su legge 149/2001
Introdurre domanda unica, decreto idoneità e servizio consulenza
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 21 feb. - E' stata pubblicata la terza relazione sullo stato di attuazione della legge sulla 'Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori relativa al quadriennio 2007-2010' (L. 149/2001), elaborata dal ministero della Giustizia e dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con la collaborazione dei rappresentanti delle Regioni e degli esperti del Centro nazionale di documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza. La relazione, approvata dalla conferenza unificata Stato-Regioni, propone alcune soluzioni da percorrere per migliorare la funzionalità della legge e per rispondere all'interesse del minore.
In essa vengono fornite "indicazioni e proposte a livello legislativo, organizzativo ed operativo scaturite dalle relazioni fornite dai presidenti dei Tribunali per i minorenni e dai procuratori presso i Tribunali per i minorenni e confluite nel capitolo primo, elaborato dalla direzione generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari". A spiegarlo è Serenella Pesarin, direttore generale per l'Attuazione dei provvedimenti giudiziari del dipartimento per la Giustizia minorile.
Tra le proposte, si prevede l'opportunità di "introdurre un dispositivo che consenta agli aspiranti all'adozione di presentare un'unica domanda di adozione esclusivamente al Tribunale per i minorenni di competenza territoriale, che possa valere per tutti gli altri Tribunali utilizzando la piattaforma informatica della 'Banca dati Adozione' istituita presso il dipartimento di Giustizia minorile. Ciò comporterebbe- prosegue Pesarin- un iter semplificato e veloce sia per le coppie che per i Tribunali per i minorenni e un miglior abbinamento adottando-adottante/i. Inoltre, favorirebbe l'adozione dei minori di età compresa tra i 5 e i 17 anni e di quelli diversamente abili".
Il documento consiglia anche di "approfondire la possibilità di delegare le sezioni specializzate di Polizia giudiziaria ad effettuare le visite ispettive richieste dalle Procure presso le strutture residenziali; di istituire gli elenchi dei difensori d'ufficio, dei curatori speciali e dei tutori e introdurre una norma o un regolamento atto a disciplinare le funzioni, l'eventuale retribuzione e la formazione professionale per ciascuna categoria; di definire i termini perentori entro i quali ciascuna fase del procedimento di adozione debba essere portata a conclusione".
Le proposte sono davvero tante, così il documento continua suggerendo di "uniformare i criteri con i quali le coppie sono dichiarate idonee all'adozione per entrambe le normative relative all'adozione nazionale e a quella internazionale; introdurre 'il decreto di idoneità all'adozione' anche per l'adozione nazionale; fornire ai genitori adottanti e affidatari un servizio di consulenza e sostegno nella fase precedente e posteriore all'accoglimento del minore in famiglia; approfondire maggiormente la personalità degli aspiranti all'adozione; migliorare gli abbinamenti adottato-adottanti; effettuare monitoraggi e approfondire i contenuti nelle relazioni prodotte dai servizi sociali territoriali ai sensi dell'art.4 comma 3 della legge (affidamento); uniformare le modalità di ascolto e definire la capacità di discernimento del minore a seconda dell'età".
La Direzione generale per l'attuazione dei provvedimenti giudiziari ha proposto infine "di validare delle 'Linee guida' rispetto alle relazioni prodotte dai servizi sociali in merito all'adozione e alle relazioni prodotte dalle strutture residenziali in merito ai minori ospitati, al fine di elevare lo standard dei requisiti richiesti- conclude Pesarin- e di rendere più efficace la tutela dei diritti dei minori". Qui il link alla relazione: www.lavoro.gov.it/Strumenti/StudiStatistiche/sociale/Documents/149 _2013.pdf (Wel/ Dire)
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