(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 14 feb. - "In Italia muore più gente di anoressia che di suicidio e, tra gli adolescenti, il rapporto uomo donna nell' età 10-14 anni è di 1 a 3. L'iter poi si completa fra i 18 e i 22 anni, età che difficilmente le ragazze in anoressia superano. Nel caso della studentessa di Ancona perdere 10 kg in 10 giorni significa andare rapidamente in anoressia, perché un dimagrimento normale è di massimo 2-4 kg al mese, ed è anomalo che né la scuola né la famiglia se ne siano resi conto". Così Giuseppe Gullotta, presidente onorario della Confederazione italiana pediatri (Cipe), commentando la vicenda della studentessa tredicenne derisa da una sua professoressa per i kg di troppo, per questo colpita da malore per essere entrata in depressione ed aver perso peso in poco tempo.
"Nell'adolescente che dimagrisce in fretta si innesca un meccanismo perverso- prosegue il medico- perché più dimagrisce e più si sente realizzato finendo per essere ossessionato e non avere più il senso del limite. Se non si agisce in tempo rapido la ragazza non avrà più limiti e incorrerà nell'anoressia. Un disturbo che, mediamente, nelle scuole superiori fa morire ogni anno una o due ragazze".
Se all'atteggiamento dei pari, "che in molti casi può essere devastante, si aggiunge poi quello dell'insegnate la cosa è grave- aggiunge Gullotta - il bene primario è la salute e la scuola in questo settore deve impegnarsi in maniera seria attraverso campagne strutturate di prevenzione. L'insegnate in questione o cambia mestiere o lo fa bene- avverte il presidente onorario della Cipe- perché, prima di ogni cosa, un docente dovrebbe essere un educatore attento ai parametri psicofisici dei sui allievi e non solo nozionistici".
La scuola e la famiglia, per evitare il ripetersi di queste situazioni, "devono tenere sotto controllo gli studenti, osservare i cali repentini di peso, se i giovani vanno a vomitare in bagno e, infine, controllare il gruppo che frequentano. È molto importante parlare ai compagni di scuola- spiega il medico- perché loro sanno se l'amico/amica vomita. Ricordiamoci che la bulimia porta facilmente all'anoressia". Gullotta è convinto che la scuola "può e deve fare tanto e che i pediatri debbano entrare negli istituti in maniera sistematica per realizzare progetti non casuali di educazione alla salute. Solo mangiando in maniera corretta si dimagrisce con equilibrio- ricorda il medico- i primi anni di vita, così come l'adolescenza, sono un'età a rischio tanto che nel nostro Paese un minore su cinque è in sovrappeso e 1 su 10 è obeso. Parliamo di un periodo della vita terribilmente delicato e assoggettato a numerosissime sfaccettature psico-sociali che andrebbe affidate allo specialista del bambino- conclude- che fino a 18 anni deve essere il pediatra, così come stabilisce la carta dei diritti del bambino".
(Wel/ Dire)