(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 feb. - "Ripartire da zero". E' la proposta del presidente Ai.Bi. Marco Griffini, presentata giovedi' 30 gennaio durante l'audizione in Commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, convocata d'urgenza per discutere sul tema della riforma delle adozioni internazionaliinItalia.
L'associazione propone di riscrivere completamente le regole del gioco, "rimettendo le autorizzazioni, ma continuando a operare per un periodo di transizione", necessario per giungere alla nuova normativa.
In particolare, sarebbero da rivederei requisiti di legge per riconoscere l'autorizzazione a un enteche effettua adozioni internazionali, elevando gli standard di efficienza e di qualita' in vista di una futura gratuita' delle adozioni e di un iter qualitativamente piu' elevato e meno burocratico. "Le soluzioni ci sarebbero, sono tutte indicate nella nostraproposta di legge" - sottolinea Griffini - ."Quanto all'Italia, proponiamo ad esempio una'regionalizzazione' degli enti, che dovrebbero avere una sede in ogni regione in cui operano, la certificazione del bilancio, una 'soglia minima' di mandati e di adozioni effettuate in un anno." Nella proposta di riforma presentata gia' alcuni mesi fa in Parlamente, l'Ai.Bi. si sofferma anche sui requisiti delle sedi esteri che devono avere una sede effettiva con personale dipendente, garantire la tracciabilita' dei trasferimenti monetari, l'obbligatorieta' delle attivita' di cooperazione internazionale e lo status di organizzazione non governativa riconosciuta dal Ministero degli affari esteri. Soltanto in questo modo sara' possibile, secondo l'associazione, avviare un "percorso virtuoso di ricerca dell'efficienza, che finira' con il premiare gli enti piu' organizzati e capaci di realizzare un numero elevato di adozioni". Saranno cosi' sufficienti venti organizzazioni di grandi dimensioni, solide e capaci di supportare le opportune politiche estere di rafforzamento delle relazioni internazionali, in vista dell'apertura di nuovi paesi. Secondo Griffini "occorre arginare questa preoccupante 'fuga' delle famiglie adottive, che sono diminuite di quasi un terzo in quattro anni". Con la nostra 'ricetta' - conclude il presidente Ai.Bi. - il costo delle adozioni potrebbe essere ridotto, aumentando allo stesso tempo la qualita' dei servizi resi: questo permetterebbe di riavvicinare le coppie all'adozione, tornando a far crescere i numeri, che da qualche anno sono in picchiata. Noi la nostra proposta, fatta di soluzioni concrete, l'abbiamo fatta: ora serve la volonta' politica di portarla avanti nelle sedi opportune." (Wel/ Dire)