(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 5 dic. - "Il vero problema e' la continua rotazione del personale": Marialba Corona, presidente dell'Angsa Bologna (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) commenta cosi' l'episodio accaduto nei giorni scorsi a Casalecchio, quando un bambino autistico di 4 anni non e' potuto andare a teatro con i compagni perche' l'insegnante di sostegno era ammalata.
"Succede moltissime volte: e io ne so qualcosa, visto che sono mamma di una dodicenne autistico. Nel corso degli anni ha avuto insegnanti di sostegno formati e altri no. Bene che vada, un bimbo con autismo puo' contare sulla stessa insegnante per un anno, poi scatta un inevitabile - quanto deleterio - turn over". Corona chiede una presa di posizione da parte dei dirigenti scolastici, perche' visionino tutti gli insegnanti di sostegno prima dell'inizio delle lezioni e li mettano al servizio delle diverse disabilita': "Tutte le disabilita' sono diverse, e ognuna richiede un intervento adatto. Non tutti gli insegnanti sono idonei a seguire determinate problematiche, anche molto gravi. Il dirigente scolastico dovrebbe avere il coraggio di cambiare subito le figure non adeguate". Il rischio, spiega la presidente, e' che un percorso sbagliato crei grossi problemi al bambino autistico, problemi che si trascina a casa, che lo portano a non dormire la notte, a essere sempre agitato e a dar vita ai 'comportamenti problema': "Le esigenze del bambino hanno la priorita'".
Il percorso che un bambino autistico intraprende deve essere concordato con tutta l'equipe che lo segue: il consulente privato (o pubblico), che svolge le funzioni di supervisore e studia un programma su misura; l'educatore e l'insegnante di sostegno.
"Sulle 30 ore di lezione di mio figlio - spiega Corona -, 9 sono a carico dell'insegnante di sostegno, e per coprire l'orario complessivo il comune mette a disposizione un educatore, perfettamente formato sui temi dell'autismo". Il supervisore va a scuola e spiega all'educatore e all'insegnante come trattare il bambino: "Se l'insegnante, anche non formato, e' ben disposto e ha buona volonta', il bimbo si trova bene ed e' tranquillo.
Purtroppo ci sono alcuni che, magari perche' stanchi, magari perche' vengono da lontano, non sono motivati e considerano le parole del supervisore come una critica al loro metodo di lavoro. Cosi' facendo, scattano i comportamenti problema". E fa l'esempio dell'insegnante di sostegno del figlio: giovane, non formata sui temi dell'autismo, ma con tanta buona volonta', pronta a mettersi al servizio del piccolo alunno e della famiglia. "Il bambino di Casalecchio, invece, dall'inizio dell'anno non ha mai avuto un sostegno costante". Corona, per ovviare a questa situazione, avanza anche un'altra idea: "Sarebbe il caso che i dirigenti avessero la facolta' di mandare gli insegnanti di sostegno ai corsi di formazione adeguati. Oggi la scelta e' libera, e spesso si scelgono i corsi piu' leggeri e non quelli in linea con i problemi del bambino che si segue. Il sostegno alle disabilita' si impara: basta essere motivati".
Fonte: Redattore sociale (Wel/ Dire)