(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 18 apr. - Quasi 2 mila palloncini e un simbolico "lancio delle chiavi" nella Fontana di Trevi: cosi' oltre 900 associazioni e cooperative hanno manifestato a Roma il proprio desiderio di mantenere aperte le case famiglia capitoline che oggi accolgono oltre 1.500 minori e circa 380 persone con disabilita'. Il falsh-mob e' stato organizzato da Casa al plurale, insieme a Cncm Lazio (Coordinamento nazionale comunita' per minori), Cnca Lazio (Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza), Federsolidarieta', Lega Coop Lazio, Agci Solidarieta', Forum Terzo settore Lazio, movimento Social pride, movimento Diamoci una mano, Coordinamento romano affido. Sono loro che hanno sottoscritto un appello congiunto, consegnato l'appello "Salva Roma Casa familiae" al sindaco Marino, in vista dell'imminente approvazione del bilancio, affinche' riservi, insieme alla Giunta e al Consiglio, un'attenzione particolare al destino di queste strutture, da anni incerto a causa dell'inadeguatezza delle risorse economiche ad esse destinate. Attualmente infatti, tra i principali centri italiani, da Milano a Palermo, Roma e' la citta' che prevede la retta giornaliera piu' bassa. Nelle altre citta' italiane, infatti, a parita' di costi, le rette per minori sono in media pari a 108,80 euro contro i 69,75 euro (pro die, pro-capite) attualmente previsti a Roma; mentre le rette per persone adulte con grave disabilita' dovrebbero essere pari a 286,64 euro (222 euro per le persone con disabilita' meno importanti) contro i 144,15 euro (e 105,11 per le persone con disabilita' piu' lieve), attualmente previsti a Roma (pro die, procapite).
Momento clou della manifestazione e' stato il lancio delle chiavi nella monumentale fontana, come segno del desiderio di "ritornare in una Roma piu' accogliente - spiegano gli organizzatori - come nel mito della lupa capitolina, in grado di prendersi cura dei suoi cittadini piu' deboli". L'appello contiene quindi innanzitutto la richiesta che il budget per il sociale non solo non venga tagliato, all'interno del bilancio 2014, ma possa essere incrementato per rispondere alle crescenti emergenze sociali. "Una Capitale e' degna di questo nome se si prende cura dei suoi concittadini piu' deboli - ricorda il presidente di Casa al Plurale, Luigi Vittorio Berliri - Ma, a parole, sono tutti capaci. Noi vogliamo i fatti. Per questo, chiediamo di mettere in bilancio i fondi necessari a far funzionare le case famiglia della citta'. Sediamoci a un tavolo, assieme all'amministrazione, per entrare nel merito. E poi, perche' no?, vorrei ospitare una sera a cena, uno per uno, tutti i consiglieri comunali: chi e' gia' venuto e' uscito felice!". "Sappiamo bene che Roma ha mille priorita' e il 'SalvaRoma' copre a malapena i bisogni, ma - si legge nell'appello consegnato, di fronte alla Fontana di Trevi, alla presidente della Commissione politiche sociali del comune di Roma, Erica Battaglia - il grado di civilta' di una citta', in questo caso la Capitale, si misura dalla capacita' di accogliere e prendersi cura dei suoi cittadini piu' deboli. Da tanti anni il comune di Roma prevede di accogliere queste persone in vere e proprie case, piuttosto che mandarle negli istituti, dove ogni persona fragile e' un numero, il numero del letto su cui dorme ad esempio, dove un bambino non ha il calore di cui ha bisogno per crescere. Ora, senza risorse economiche adeguate - continua l'appello - tutto questo rischia di trasformarsi solo in una mera enunciazione di principio, priva di efficacia e di verita'. Ormai le spese per offrire un'accoglienza di tipo familiare e professionale non sono piu' sostenibili con le attuali rette previste dal comune di Roma. La commissione Politiche sociali e della Salute e l'assessorato alle Politiche sociali e della Salute hanno gia' condiviso la nostra preoccupazione e le nostre proposte. Ora ci rivolgiamo direttamente a ciascuno di Voi, chiedendovi espressamente di salvare Roma, perche' essa possa continuare ad essere casa delle famiglie, luogo accogliente per le persone piu' fragili della nostra societa'. Vi chiediamo di aprire un tavolo tecnico per trovare tutti insieme una soluzione", e' la conclusione della lettera che si rivolge a tutti i consiglieri, gli assessori e al sindaco Marino. (www.redattoresociale.it) (Wel/ Dire)