(DIRE - Notiziario Minori) Rimini, 4 apr. - Un bambino piccolissimo maltrattato dai genitori, un adolescente dedito al consumo di sostanze, un preadolescente con bravi genitori ma autore di atti di bullismo sono casi molto diversi tra di loro ma che possono comportare l'applicazione della stessa misura, l'affidamento ai servizi sociali. Nato come provvedimento rieducativo delle devianze giovanili, questa misura si è infatti diffusa anche in campo civile, ad esempio nelle separazioni giudiziali, nei divorzi, nei procedimenti di adottabilità e in quelli di controllo della potestà dei genitori per proteggere il figlio da trascuratezza, maltrattamenti, violenze. Con evidenti criticità date dal fatto che, spesso, non sono chiari i poteri che il giudice attribuisce ai servizi.
Per facilitare la relazione tra i vari professionisti (magistrati, operatori socio-sanitari, avvocati) che sono chiamati a occuparsi del nucleo familiare in caso di frattura dei rapporti di coppia e dei procedimenti in cui il giudice affida i minori ai servizi sociali, il Tribunale di Rimini, l'Ordine degli avvocati, i Servizi sociali territoriali, la Provincia di Rimini e l'Ausl Romagna hanno sottoscritto un Protocollo. Obiettivo? Migliorare i processi, ottimizzare tempi e procedure per garantire la tutela psico-fisica dei soggetti coinvolti e tutelare i diritti dei minorenni. La stesura del Protocollo ha avuto una lunga gestazione, il cui inizio risale al 2010 quando su sollecitazione della presidente del Tribunale e di un gruppo di avvocati matrimonialisti, la Provincia di Rimini ha promosso un progetto di formazione congiunta tra diverse professionalità operanti nei casi di crisi della famiglia.: avvocati matrimonialisti, assistenti sociali, psicologi. È da questo gruppo di lavoro che è emersa la necessità di dotarsi di uno strumento operativo per agevolare la relazione tra magistrati, avvocati, operatori socio-sanitari con un approccio integrato e multidimensionale. (Dires - Redattore Sociale) (Wel/ Dire)