(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 set. - Dal 2008 a oggi, la comunita' di accoglienza mamma-bambino "Casa di Federica" di Ferrara ha ospitato 12 nuclei familiari inviati da Tribunali o Servizi sociali territoriali, non solo ferraresi ma anche fuori regione (ad esempio, Rovigo e Mantova), accompagnandoli attraverso il lavoro di 6 operatrici verso l'autonomia, il reinserimento abitativo e sociale. Il prossimo 26 settembre chiudera', per mancanza di risorse. Il motivo? I ritardi nel pagamento delle rette da parte delle amministrazioni comunali.
Gestita dall'associazione Arcobaleno, realta' ferrarese che si occupa di adolescenti in situazione di disagio, la "Casa di Federica" e' "un patrimonio della comunita'", dice Fausto Chiarioni, segretario Flc della Cgil Ferrara. E come tale va salvaguardato.
Tanto piu', aggiunge, "in un momento in cui, a livello nazionale, c'e' grande attenzione al tema della violenza sulle donne e la politica ha lanciato un allarme per attivare strumenti efficaci per tutelarle". Tra le madri ospitate dalla comunita' ci sono infatti donne vittime di violenza che hanno trovato nella "Casa di Federica" un rifugio sicuro per se' e per i propri bambini. E proprio all'importanza rappresentata dalla comunita' come 'presidio antiviolenza' ha fatto riferimento Roberto Sconciaforni, capogruppo della Federazione della sinistra in Regione Emilia-Romagna nell'interrogazione presentata il 16 settembre alla giunta regionale, sollecitandola ad affiancare il comune e la provincia di Ferrara, "nel garantire un futuro a questa importante realta' territoriale che rischia di andare dispersa nonostante gli ottimi risultati raggiunti in questi anni nel contrasto alla violenza sulle madri e i loro figli".
Un nuovo gestore. Per trovare una soluzione e scongiurare la chiusura della casa e' stato attivato un tavolo con le istituzioni locali, Comune e Provincia. "Con loro - precisa Chiarioni - abbiamo verificato la possibilita' di un eventuale subentro nella gestione della comunita'". Secondo il segretario Flc della Cgil ferrarese, infatti, "servirebbe un soggetto piu' 'strutturato' rispetto all'associazione - che, pure in questi anni ha svolto l'attivita' in modo meritorio - un soggetto che abbia disponibilita' finanziarie tali da consentirgli di dare continuita' all'attivita' e ai servizi anche in caso di eventuali ritardi delle amministrazioni comunali nei pagamenti delle rette". E sembra che qualcosa si stia muovendo. "Un soggetto di rilevanza nazionale ha mostrato il proprio interesse", anticipa Chiarioni che, per il momento, intende mantenere il riserbo sulla sua identita'.
Il problema della sede. La "Casa di Federica" e' attualmente ospitata in una casa donata dalla Parrocchia di S. Agostino.
Resta da vedere che cosa accadra' il 26 settembre, data prevista per la chiusura del servizio. "Abbiamo chiesto all'associazione di dare la disponibilita' dei locali anche oltre quella data - spiega Chiarioni - almeno fino a quando non si trova una soluzione alternativa". L'obiettivo e', infatti, quello di arrivare a una sistemazione definitiva - e per questo e' stata sollecitata la collaborazione del Comune - che permetta anche di aumentare il numero di nuclei familiari ospitati (dagli attuali 3 a un massimo di 5). "Le richieste di inserimento ci sono ma, per il momento, non vengono piu' accolte perche' non si possono avviare percorsi di accoglienza con persone in situazione di disagio e poi interromperli - conclude Chiarioni - Ora ci aspettiamo la massima collaborazione da parte di tutti i soggetti coinvolti per far si' che questo patrimonio non vada disperso". Fonte: Redattore Sociale (Wel/ Dire)