MINORI. Tar chiedono contributi per bimbi disabili
Cifra pari a 650 euro, oltre agli arretrati, per un diritto
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 20 set. - Il sostegno scolastico per il figlio con handicap? Lo Stato chiede 650 euro all'anno, e arretrati per 2mila euro, a titolo di contributo per i ricorsi al Tar. Triste inizio scolastico per migliaia di famiglie alle prese con gli effetti di due circolari, una dell'Agenzia delle Entrate e l'altra del Segretariato Generale della giustizia amministrativa.
La carenza di insegnanti di sostegno obbliga infatti molti genitori di alunni disabili a rivolgersi ai tribunali amministrativi per l'assegnazione a favore dei loro figli di un numero adeguato di ore di sostegno. In un primo tempo, le segreterie dei Tar non richiedevano per il deposito dei ricorsi nessun contributo unificato. Scattava infatti l'esenzione prevista per l'assistenza ai minori e la tutela della prole (articolo 10, comma 2, del testo unico n. 115 del 2002).
Ma il segretariato generale della giustizia amministrativa, adeguandosi alle disposizioni impartitegli dall'Agenzia delle entrate, con propria circolare (datata 18 ottobre 2011) ha stabilito che i "ricorsi proposti dai genitori di alunni diversamente abili per ottenere un insegnante di sostegno sono soggetti al pagamento del contributo unificato nella misura ordinaria (650 euro), atteso che non e' rinvenibile alcuna norma nell'ordinamento che consenta di tenerli esenti da imposizione tributaria".
Secondo il segretariato della giustizia amministrativa, infatti, "una norma di esenzione (dei giudizi in materia di sostegno scolastico) non puo' rinvenirsi neppure nell'articolo unico della legge 2 aprile 1958 n. 319, che esenta da ogni tipo di imposizione fiscale le controversie in materia di previdenza ed assistenza obbligatoria mentre nella specie si verte nella materia del diritto all'istruzione".
In soldoni: il sostegno scolastico non puo' essere definito assistenza obbligatoria. Dunque niente esenzione. Di qui l'invito alle segreterie dei tribunali amministrativi regionali a pretendere, nel caso di proposizione di tali ricorsi un contributo unificato di ben 650 euro. Ma non basta, perche' "a partire dal mese di settembre 2013 il Tar Palermo, non si e' limitato a richiedere il contributo unificato di 650 euro per i nuovi ricorsi ma ha addirittura iniziato a notificare ai genitori, che, avevano presentato ricorso anche nei precedenti anni scolastici, una richiesta di pagamento entro 30 giorni di una somma pari a 567 euro, ossia la differenza tra quanto pagato allora e il nuovo contributo unificato", denuncia Giovanna Librici, vicepresidente dell'Associazione Nuove Ali di Agrigento.
Insomma, molte famiglie in periodo di crisi non solo hanno dovuto pagare a titolo pieno il ricorso per l'anno scolastico 2013-2014. Ma sono alle prese anche con gli arretrati, per gli anni 2010, 2011, 2012, per somme comprese tra i 2mila e i 3mila euro. Il tutto per vedere garantito un diritto che i Tar riconoscono nella totalita' dei casi.
Nei giorni scorsi genitori e associazioni hanno protestato presidiando la Prefettura di Palermo. Ora la questione arriva in Parlamento grazie a una interrogazione parlamentare rivolta alla presidenza del Consiglio e al ministero dell'Istruzione, firmata da 35 deputati del Pd guidati da Tonino Moscatt. "E' una vicenda paradossale- spiega il giovane deputato siciliano- perche' i ricorsi proposti dai genitori vengono tutti accolti dai giudici amministrativi. Si tratta infatti di un diritto negato come hanno stabilito i giudici dichiarando che e' l'amministrazione scolastica ad agire da anni in modo colposo in materia di insegnanti di sostegno. Ora pero' i genitori sono alle prese con cartelle esattoriali che devono pagare ma che gli saranno restituite dopo la vittoria del ricorso. E per gli anni precedenti, stanno aspettando dallo stato il pagamento dei rimborsi e delle spese legali. Ma intanto devono pagare 600 euro ad anno".
La soluzione passa anche per Palazzo Chigi. "Sarebbe piu' sensato decretare la sospensione dei pagamenti per gli anni precedenti. Per l'anno scolastico che inizia il governo dovrebbe aprire un tavolo di confronto perche' si arrivi a un'interpretazione corretta della norma sull'esenzione dal contributo. Il rischio- spiega Moscatt- e' che molte famiglie non possono pagare e rinunciano a far valere un proprio diritto. Una situazione in cui si trovano decine di migliaia di bambini in tutta Italia".
(Wel/ Dire)
|