(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 set. - Maggiore rappresentativita' degli Enti autorizzati alle adozioni internazionali nella Commissione di studio sull'abbandono dei minori, un impegno anche su adozione nazionale e affido e un'audizione per poter dare un contributo. Sono queste le richieste contenute nella lettera che oltre la meta' degli Enti autorizzati alle adozioni internazionali ha scritto ai ministri della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, e dell'Integrazione, Ce'cile Kyenge, in merito alla recente costituzione della Commissione di studio sull'abbandono dei minori e sulle adozioni internazionali.
"Pensiamo di avere qualcosa di interessante da dire sul tema", dice Paola Crestani, presidente del Ciai, il Centro italiano di aiuti all'infanzia che da oltre 45 anni si occupa di adozioni.
Oltre al Ciai hanno firmato la lettera gli enti del Coordinamento Oltre l'adozione, del Coordinamento Cea e poi Anaps, Arai, Centro aiuti per l'Etiopia, Naaa, Nova e Suore San Girolamo, "tutte esperienze di cui tener conto". Ma, "l'attuale composizione della Commissione non e' rappresentativa di tutti coloro che lavorano in questo ambito- sottolinea Crestani- Tanto per fare un esempio, mancano le associazioni delle famiglie, i servizi sociali e le Regioni". Ora gli enti attendono una risposta delle ministre. "Ci conforterebbe sapere di essere stati ascoltati- continua la presidente del Ciai- Se venissero recepite le nostre richieste, il passo successivo sarebbe un incontro e un'audizione con la Commissione. In caso contrario, decideremo come muoverci per far arrivare le nostre proposte sul tema".
La Commissione e' stata istituita dal ministro Cancellieri ai primi di agosto con l'obiettivo di studiare il fenomeno dell'abbandono dei minori e le norme che regolamentano le adozioni con l'obiettivo di semplificare le procedure di adozione internazionale, ridurre i costi e agevolare l'adozione di minori con bisogni speciali. "Innanzitutto, chiediamo un impegno anche per quanto riguarda le adozioni nazionali e gli affidi- continua la presidente del Ciai- perche' il diritto dei bambini a una famiglia deve essere garantito sia all'estero che in Italia".
Per quanto riguarda l'iter di adozione, Crestani afferma, "come Ciai non riteniamo che ci sia una stretta correlazione tra semplificazione delle procedure e costi. L'iter deve garantire il migliore interesse del bambino e verificare che le coppie disponibili ad adottare siano la migliore risorsa per il bambino senza pero' vessarle con procedure troppo lunghe, per i costi servirebbe un sostegno da parte dello Stato anche per le adozioni internazionali che, a differenza di quelle nazionali, sono totalmente a carico dei privati".
Adozioni in calo. Nel 2012 in Italia le adozioni internazionali hanno subito un sensibile calo. "Siamo passati dalle circa 4 mila del 2011 alle 3.100 del 2012- dice Crestani- una diminuzione che sembra proseguire anche nel 2013". In calo anche quelle nazionali, anche se i numeri sono piu' bassi, si parla di un migliaio all'anno. I motivi? "La crisi puo' aver influito sulla disponibilita' delle famiglie ad adottare, ma il calo delle adozioni dipende in parte da una maggiore consapevolezza da parte dei Paesi stranieri sui diritti dei propri bambini e la scelta di strade diverse rispetto all'adozione internazionale ma in parte dalla mancata segnalazione- conclude Crestani- Cio' vuol dire che rimangono molti bambini in situazione di bisogno non segnalati".
Fonte: Redattore sociale (Wel/ Dire)