(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 13 set. - L'11 settembre e' stato l'ultimo giorno a porte chiuse per il meeting "Le forme dell'affido in Europa: cosa sappiamo degli esiti e delle condizioni di efficacia?" organizzato dalla Fondazione Zancan con l'associazione iaOBERfcs, la Fondazione Paideia e l'International Foster Care Research Network.
I dati dimostrano che la poverta' assoluta tra i minori di 18 anni e' un fenomeno in crescita: erano il 4,7% nel 2005, mentre nel 2011 sono saliti al 7% della popolazione minorile. La fascia d'eta' piu' colpita e' quella da 4 a 6 anni: in questa eta' i bambini poveri risultano il 7,8% del totale.
In Italia, piu' che nel resto d'Europa, la poverta' colpisce con maggiore violenza le famiglie con minori: l'incidenza media della poverta' relativa passa dall'11,1% al 15,6% quando vi sono dei minori, mentre la poverta' assoluta sale dal 5,2% al 6,1% (Istat, 2012).
A questi numeri fanno da contraltare quelli sulla spesa dei comuni per la protezione sociale destinata a bambini e famiglia, che in Italia e' inferiore alla media Ue. Nel 2010 era mediamente all'8% nell'Europa a 15 e a 27 paesi, mentre in Italia era pari al 4,6%. In percentuale rispetto al Pil, la spesa per trasferimenti e servizi a bambini e famiglie in Italia era l'1,3% (di cui 0,7% trasferimenti e 0,6% servizi), rispetto al 2,3% del Pil medio in Europa (1,5% trasferimenti e 0,8% servizi).
Le disuguaglianze tra le regioni sono notevoli: la spesa per il contrasto della poverta' e del disagio economico dei minori e delle famiglie va da un minimo di circa 3 euro a quasi 18 euro pro capite (la media nazionale è circa 12 euro).
"E'un dato che ci dice quanto valgono i diritti dei minori nei territori e quanto siano ancora lontani i livelli essenziali di assistenza per l'infanzia e la famiglia- commenta il direttore della Fondazione Zancan, Tiziano Vecchiato- A livello interregionale si notano diversita'; di risposta difficilmente giustificabili e in contrasto con la tutela dei diritti dell'infanzia previsti dalla Costituzione".
Un altro spunto di riflessione e' offerto dall'analisi del rapporto tra spesa per l'infanzia e numero di minori fuori famiglia (a fine 2010): al crescere della spesa tendenzialmente cresce anche il secondo. Pertanto, nelle regioni in cui la capacita' di spesa e' inferiore e' anche inferiore la capacita' di promuovere l'affidamento.
"E'una doppia disuguaglianza: di capacita' di finanziamento delle risposte e di capacita' di attivarle. Scontiamo un deficit di infrastruttura professionale nei comuni con minore capacita' di spesa- incalza Vecchiato- Essere poveri in certe regioni e in certi territori della stessa regione significa meno accoglienza familiare. Il paradosso e'- conclude- che questo avviene nelle realta' in cui il bisogno e' maggiore e dove andrebbero meglio garantiti i diritti dell'infanzia".
(Wel/ Dire)